La Confindustria e l’ABI – l’Associazione Bancaria Italiana – rappresentati rispettivamente da Emanuele Orsini e dall’onorevole Antonio Patuelli hanno smentito con forza un articolo del Corriere della Sera che paventava una cambiale da 300 miliardi sui conti pubblici. Ebbene il Corriere aveva sostenuto che la garanzia pubblica dei 215 miliardi attraverso il fondo di garanzia per le PMI da 271 miliardi di prestiti erogati alle imprese tra il 2020 e il 2022 potrebbe diventare un problema per la spesa pubblica.
Tuttavia i dati di Banca d’Italia mostrano che i rimborsi procedono regolarmente senza eccessivi oneri a carico dello Stato. Il Sole 24 ore ha evidenziato che restano da restituire soltanto 100 miliardi e che il rischio di default per l’Italia è minimo.
Orsini, quindi Confindustria, ha dichiarato che queste garanzie sono state cruciali per sostenere le imprese durante la crisi e Patuelli, quindi Associazione Bancaria Italiana, ha confermato la stabilità del sistema bancario italiano basandosi proprio sui dati della Banca d’Italia.
Entrambi hanno sottolineato l’infondatezza delle preoccupazioni che erano uscite sul Corriere della Sera e l’importanza di basarsi su dei dati verificati. Questo intervento congiunto di Confindustria e dell’Associazione Bancaria Italiana sottolinea la serietà di una vicenda del genere e dimostra che una corretta informazione pubblica è essenziale.
Perché quando si parla di debito pubblico italiano, come ha fatto il Corriere della Sera, si rischia di influenzare in un modo o nell’altro i debiti dei mercati finanziari.
Anche per questa ragione io nei miei webinar non parlo più di spesa pubblica, ma preferisco parlare agli imprenditori.
Malvezzi Quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi