Taglio netto col passato: lo aveva annunciato poco tempo fa Papa Francesco. Lo stop alla tradizione è quello della celebrazione funeraria del Pontefice. Bergoglio aveva dichiarato l’intenzione di cambiare tutta la procedura già dopo la morte e la sepoltura di Ratzinger, poi la conferma nel suo libro “El Sucesor”. Non più due veglie, ma una; niente esposizione del corpo nella bara, che invece rimarrà chiusa e non su un catafalco. La sua sepoltura non avverrà nella Basilica di San Pietro, ma a Santa Maria Maggiore. Proprio di questa scelta si è parlato negli ultimi giorni a proposito di alcuni lavori che avrebbero avuto luogo nella struttura. Ce ne parla a Un Giorno Speciale Andrea Cionci, autore de “Il Codice Ratzinger”, l’inchiesta sulla sede impedita di Papa Benedetto XVI.
“La salma del papa non sarà più esposta per tre giorni al pubblico – spiega il giornalista – cosa che era fatta per far vedere a tutti che il papa era morto e che quindi ci sarebbe stata una valida elezione a papa morto appunto (perché morto un papa se ne fa un altro).
Invece adesso Bergoglio vuole farsi chiudere nella cassa e rimanere alla pubblica devozione per un solo giorno.
Poi vuole farsi tumulare in Santa Maria Maggiore, dove apprendiamo che hanno appena costruito un appartamento dotato di apparecchiature ospedaliere all’avanguardia“.
“E’ chiaro che Bergoglio potrebbe essere in grossa difficoltà, e il fatto di presentare al pubblico una bara chiusa chiaramente non mi darà la sicurezza che là dentro ci sia veramente il corpo di Bergoglio, questo è un dato oggettivo. Perché poi farsi spostare in Santa Maria Maggiore e perché un appartamento attrezzato con apparecchiature ospedaliere se lì deve essere seppellito?
Io penso, con un pizzico di fantasia, a un piano di esfiltrazione di emergenza. Non ho la certezza di quello che dico, però ci sono dei dati oggettivi che qualsiasi norma ragionante dovrebbe cominciare a organizzare“.
Ascolta l’intervento in diretta a Un Giorno Speciale.
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