Verso le europee, dalla Brexit all’austerity. L’intervista a Olimpia Troili

Olimpia Troili, candidata con il Partito Democratico alle elezioni europee del 26 maggio 2019, si racconta ai microfoni di Radio Radio. Perché votarla? Cosa ne pensa di Brexit e austerity? Ecco l’intervista.

Agli occhi degli italiani Europa coincide Austerity, cosa ne pensi?

Dobbiamo abbandonare questa narrazione sull’austerità. Io penso se che tutti gli stati membri fossero pronti a trasferire un po’ più di risorse all’Europa, che oggi ha un bilancio proprio che è l’1% della ricchezza prodotta dai propri stati membri, a livello europeo potremmo fare delle politiche per la crescita e per l’occupazione più incisive.

Che idea ti sei fatta della Brexit?

La Brexit è figlia di un disastro politico. Mentre si apprestavano ad uscire si sono resi conto di quanto sia complicato uscire dall’Unione Europea, ma soprattutto di quanto non sia conventiente. La rinegoziazione del rapporto tra Unione Europea e Regno Unito è un problema, non si riesce a trovare un compromesso. Io considero la Brexit un fallimento.

I motivi per votare Olimpia Troili…

Sono una persona altamente affidabile, molto concreta e molto corretta. Se mi si interpella ed è possibile fare qualcosa dico di sì solo se è il caso di dire sì e dico no se non posso farla. Sono una persona molto franca, non prendo in giro le persone. Io ci metto la testa e il cuore. Perché ci credo veramente nel rafforzamento della dimensione europea. Ho compreso prima di molti altri quanto questa dimensione sarebbe diventata sempre più centrale e mi ci sono dedicata anima e corpo.

In che modo pensi di poter fare la differenza?

Io davvero voglio andare in Europa per cambiare qualcosa e per portare l’Europa vicino alle persone. Purtroppo spesso succede che altri candidati vadano in Europa con poca convinzione, con poca conoscenza dei meccanismi decisionali dell’Unione Europea, con una rete internazionale scarna. Io invece ho cominciato a costruire da subito perché il mio obbiettivo era quello, volevo andare lì. E non voglio andarci per me stessa, voglio andarci per mettermi al servizio di un progetto collettivo.


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