La situazione politica in Francia, alla luce delle ultime elezioni nazionali, risulta letteralmente esplosiva, dinamitarda e altamente instabile. I principali quotidiani europei, non solo quelli italiani, parlano unicamente della sconfitta della Le Pen e omettono di segnalare che in realtà il vero sconfitto è Emmanuel Macron. Il quale ha battuto, è vero, la Le Pen, ma è stato a sua volta superato nettamente da Mélenchon e dal Fronte Popolare.
Insomma, i francesi hanno detto in larga parte ‘no’ al neoliberismo imperialistico del prodotto in vitro dei Rothschild. Colui il quale, peraltro, voleva addirittura inviare le truppe in Ucraina a combattere e magari anche a immolarsi sull’altare dell’imperialismo della civiltà del dollaro. In un mondo vagamente sensato e finalmente libero dallo schema proditorio di destra e sinistra, Mélenchon e Le Pen dovrebbero allearsi e governare insieme.
Dovrebbero escludere Macron e il pestilenziale fronte unico liberista e atlantista. Dovrebbero mettere al centro il lavoro e la sovranità, l’identità e i diritti sociali, l’internazionalismo degli stati sovrani nazionali e la difesa strenua dei ceti medi e delle classi lavoratrici. Mi rendo perfettamente conto che, allo stato dell’arte, si tratta di mera utopia.
Ma se volessimo ragionare in chiave chimerica, sulle orme del Cecco Angiolieri di «si fosse fuoco», potremmo davvero sviluppare questa ipotesi. Ipotesi decisamente controvento e rivoluzionaria, peraltro in linea con quanto andiamo da anni sostenendo. Lo schema dicotomico di destra e sinistra risulta oggi soltanto un cadavere concettuale.
Buono a garantire l’eterno trionfo dello estremo centro neoliberale e altresì a neutralizzare ogni possibile alternativa reale all’ordine turbocapitalistico dominante con imperialismo incorporato. Se solo si prendesse una buona volta coscienza del fatto che, nel nuovo scenario che stiamo vivendo, la contrapposizione non è più quella di destra e sinistra, ma è quella tra alto e basso, tra aristocrazia plutocratica finanziaria e masse nazionali popolari lottizzate.
Se solo una buona volta si capisse che la contrapposizione di destra e sinistra oggi mette solo in scena l’alternanza senza alternativa, l’omogeneità bipolare, e figurano le due parti come le due ali dell’aquila neoliberale e come propaggini del dominio della classe transnazionale capitalistica, ebbene, se si capisse una buona volta questo, sarebbe finalmente possibile compiere la rivoluzione copernicana della politica. Sarebbe finalmente possibile abbandonare il pensiero politico tolemaico e articolare un concreto progetto di emancipazione del basso e delle masse nazionali popolari, mettendo all’angolo il fronte unico neoliberale e atlantista, vale a dire il fronte che rappresenta unicamente l’interesse delle classi capitalistiche transnazionali.
Mi rendo conto, lo so bene, che si tratta di mera utopia. Ma come sapeva l’antico Eraclito, se l’uomo non spera l’insperabile, non lo troverà.
Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro