C’era una volta il limite di velocità di 30 Km/h: lo studio del MIT scoperchia il vaso di Pandora

La prima città al mondo ad introdurre i limiti di velocità a 30 Km/h era stata Bilbao. Poi è arrivata la volta dell’Italia con l’aggiunta di Olbia nel 2021 e quest’anno di Bologna. I principali obiettivi da raggiungere con l’introduzione di questa norma, erano la sicurezza stradale e la riduzione dell’inquinamento ambientale. Non è stato facile introdurre questa nuova abitudine e non sono mancate le polemiche sociali e politiche. I mesi per sperimentare il nuovo limite di circolazione ci sono stati e ora è tempo di tirare le somme. La goccia che fa traboccare il vaso è stato lo studio del MIT Senseable City Lab focalizzato sulla città di Milano. In occasione del terzo forum di “The Urban Mobility Council“, Carlo Ratti, direttore MIT Senseable City Lab e membro del Comitato di Indirizzo The Urban Mobility Council, ha mostrato quali siano le modifiche nei tempi di percorrenza ed emissioni inquinanti viaggiando a 30 Km/h.

Lo studio

Dall’analisi del MIT emerge un dato sorprendente: ovvero che nel capoluogo lombardo la velocità media adottata per spostarsi all’interno della città è di 28 Km/h, mentre per gli spostamenti suburbani sale a 44 Km/h. Ma quale sarebbe l’effetto sulla circolazione se il limite massimo di 30 Km/h diventasse un obbligo?

Lo studio suddivide la città in 4 zone, per poi escludere dall’esperimento tutte le strade primarie, secondarie, terziarie e residenziali. Sono state prese in considerazione le zone dove oggi si viaggia a 50 km/h. Dallo studio emerge che il tempo di percorrenza di un percorso medio rimarrebbe pressoché invariato. Infatti, nella peggiore dei casi il tempo si dilaterebbe di 89 secondi in più. Una cifra irrisoria.

Il dato rilevante da prendere in considerazione riguarda le emissioni inquinanti. Inaspettatamente, non solo viaggiare a 30 Km/h non porta a una riduzione dell’inquinamento atmosferico, ma nelle zone in cui è stato introdotto il limite di velocità, si riscontrerebbe un aumento delle emissioni di monossido di carbonio, anidride carbonica, ossidi di azoto e particolato. L’aumento si verificherebbe in particolare al ridosso del traffico, quindi con la presenza di un numero maggiore di macchine.

Le cause

Per quale ragione ridurre la velocità comporterebbe un aumento delle emissioni inquinanti? L’introduzione della norma è da considerarsi inutile?

Quello che mostra l’esperimento è riferito alla città di Milano ed evidenzia un incremento dell’ 1,5% delle emissioni di CO2 e del 2,7% di PM (Particolato). Il motivo per cui i tassi di inquinamento peggiorano è da ricercarsi nella progettazione del veicolo. Infatti le vetture sono progettate per avere una maggiore efficienza in termini di consumo a una velocità di 70-80 Km/h. Quindi questo significa che viaggiare a 30 Km/h non può portare ai risultati sperati, per ragioni meccaniche e di costruzione del veicolo.

I numeri parlano chiaro e dai risultati quello che emerge non è rassicurante. L’introduzione del limite dei 30 Km/h potrebbe arrecare dei danni irreversibili all’ambiente? Non ci resta che attendere ulteriori aggiornamenti sull’esperimento.

Intanto, i dati da esaminare riguardano anche la sicurezza stradale. Sarà interessante conoscere al più presto i risultati dello studio anche in termini degli incidenti avvenuti con il limite dei 30 Km/h.