Momenti di alta tensione a Strasburgo, a tal punto che la Presidente del Parlamento Metsola ha spento il microfono di un’eurodeputata. Ci ha pensato di nuovo Christine Anderson, deputata tedesca di Alternative für Deutschland, a riaccendere la miccia contro Ursula von der Leyen, neo-eletta Presidente della Commissione europea per il secondo mandato. Prima del voto dei parlamentari si ascoltano i discorsi. Viene prima quello della candidata a Presidente. Von der Leyen parla di fermare gli “estremismi che minacciano la democrazia in Occidente”, di temi ambientali e relativi progetti green. O ancora, di guerra, dicendo di voler sostenere l’Ucraina “finché sarà necessario“. Poi arriva il turno dei deputati che vogliono prendere parola. La Anderson non è solita tirarsi indietro.
“Lei è una vergogna per qualsiasi democrazia“. Esordisce così, accompagnata da una manciata di applausi.
Poi continua, “i suoi cinque anni sono stati più che sufficienti. Green Deal, “Fit for 55”: tutti questi programmi stanno distruggendo la vita dei cittadini dell’UE. Deindustrializzazione, esplosione dei prezzi, abolizione della libertà, della democrazia, censura e molteplici vessazioni nei confronti dei cittadini. Questa è la sua politica, signora von der Leyen. Si vergogni“.
Alla vigilia del voto la Corte di giustizia europea ha bocciato la stessa von der Leyen sui contratti di acquisizione dei vaccini anti-Covid.
“Non ha concesso al pubblico un accesso sufficientemente ampio ai contratti di acquisto di vaccini”, si legge nella sentenza.
Christine Anderson ci tiene a ricordarlo.
“Ha negoziato un contratto da un miliardo di euro con il suo amico chiamato Pfizer per un prodotto nel migliore dei casi inutile, nel peggiore dannoso e in molti casi addirittura mortale. Proprio l’altro ieri, la Corte di giustizia europea ha stabilito che lei non avrebbe dovuto tenere segreti i contenuti dei contratti per i vaccini. Se avesse un briciolo di decenza in corpo, non si candiderebbe. Ma lei non ha alcuna decenza. Signora von der Leyen, lei è il Presidente della Commissione, non il Presidente della corruzione.
Non dovrebbe essere rieletta, dovrebbe essere cacciata con disgrazia e disonore da questo Parlamento e dal suo incarico“.
“Il suo posto è…“, e il microfono si spegne (come già successo).
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