Il Premier israeliano Benjamin Netanyahu è stato accolto a Washington durante il Congresso USA, da un lato la standing ovation, dall’altro le proteste. È la quarta volta, con la giornata di ieri, che il Premier israeliano interviene a Washington.
Se l’elité governativa lo ha accolto a braccia aperte, il popolo ha fatto decisamente il contrario scendendo in strada: in prima battuta gli slogan “Lasciate Gaza vivere”, “Gli ebrei chiedono: fermate il genocidio”, “Non nel nostro nome”; a seguito proiezioni sull’edificio dove risiedeva lo stesso Netanyahu con visibile la scritta ‘Arrest Netanyahu’, sono stati rilasciati inoltre vermi sul tavolo al Congresso dello stesso e le fontane del Campidoglio per ore hanno zampillato un’acqua color rosso sangue.
Non è stata data pace, da parte del popolo, a colui che sta alimentando un vero e proprio annientamento della striscia di Gaza.
Kamala Harris, assieme ad altri pochi, si è rifiutata di ascoltare Netanyahu, disertando durante il suo intervento.
Non si è lasciato sfuggire un duro commento al riguardo neanche il Senatore Bernie Sanders (socialista-democratico), intervenuto al programma televisivo statunitense Morning Joe: “Credo che Netanyahu stia facendo una guerra criminale. Dobbiamo fare tutto il possibile per porre fine alla guerra e provvedere ad aiuti umanitari immediati per le donne, i bambini e tutte le persone che ora si trovano a Gaza”.
Peccato che al Premier israeliano poco importa di chi lo contrasta, purché rimanga fuori dalle mura politiche ed elitarie. Al chè, durante il suo discorso alle camere congiunte, ha evidenziato come tutti i manifestanti siano semplicemente ‘utili idioti dell’Iran’ e, tra gli applausi di chi ha deciso di sostenerlo ed ascoltarlo, si è lasciato alle spalle manifestazioni e quant’altro. Nel mentre, a Gaza il genocidio continua.
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