“Non sei uno che ammazza le persone, hai avuto un momento di debolezza“.
Così Nicola Turetta parlava nel carcere di Montorio Veronese al figlio Filippo Turetta, autore dell’omicidio di Giulia Cecchettin.
Proprio negli ultimi giorni è fuoriuscita un’intercettazione di una conversazione tra genitori e figlio risalente al dicembre del 2023.
“Non sei stato te, non ti devi dare colpe perché tu non potevi controllarti“. Frasi che hanno destato sconcerto sui social e non, frasi per le quali Nicola Turetta si è già scusato. “Chiedo scusa per quello che ho detto a mio figlio. Gli ho detto solo tante fesserie. Non ho mai pensato che i femminicidi fossero una cosa normale. Erano frasi senza senso. Temevo che Filippo si suicidasse“.
Il commento dello psichiatra Paolo Crepet in diretta a Lavori in Corso.
“Bisogna parlare non di colpe, ma di responsabilità. Perché sennò quella vicenda si chiude in una sorta di mistero. Un ragazzo non uccide una ragazza in mezz’ora. Abbiamo saputo di mesi, anni addirittura di messaggi, di centinaia di messaggi quotidiani. E allora mi chiedo come mai un ragazzo e una ragazza siano stati lasciati soli di fronte a questa tragedia”.
La responsabilità? “Dei genitori di Turetta ma anche della comunità in generale. Penso anche a un professore universitario, penso a degli amici, penso alle persone con cui si esce la domenica. E’ possibile che non ci sia nessuno, non so, ma anche per aiutare…se ci fosse stato qualcuno che magari avesse detto: «Guarda, adesso ci vado a parlare io con quel ragazzo», sarebbe stato certamente utile a Giulia sentirsi meno sola. Invece in queste ore è stato quasi detto che andava bene vergognarsi di tenere in segreto questo rapporto, come se non se ne potesse parlare. C’è qualcuno che pensa che i panni sporchi si debbano lavare in casa, è questo è Medioevo“.
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