La promessa era quella di portare un mondo nuovo: coeso e armonioso, privo di discriminazioni e disuguaglianze.
Questo grazie alle nuove tecnologie, che ci avrebbero unito tutti insieme grazie ai social, desiderosi di “connettere” le persone dalle Americhe all’Australia con pochi clic. Il risultato è stato ben diverso. Nessuna armonia, ma fazioni più distinte e nette di prima. Più disuguaglianze e giudizio, magari verso chi non possedeva in un certo periodo una certa “tessera”. Più stress e meno salute, grazie agli stimoli praticamente infiniti che sgorgano dallo scorrere in su di un dito. Che sia stato fatto tutto in buona fede o meno non ci è dato saperlo. I risultati, però, non fanno altro che indicare sì un mondo nuovo, ma di vecchi vizi.
“Hanno messo su molti ragazzi – spiega Fabio Duranti in diretta – gli informatici degli anni ’80 che chiamavano paparino o lo zietto, o l’amico, o l’amico di lobby e chiedevano:<<Senti mi finanziate sta cosa poi nel futuro vi rendo il favore?>>. E quindi ecco qua ci ritroviamo con questi colossi. Ma i colossi per vivere spendono una marea di soldi. Ora, Google che cosa ha fatto? Ha sostanzialmente fatto un patto col diavolo. Esempio? Tutti i finanziamenti, i danari che servivano a mettere sui server, gli impianti. E poi consumano, queste cosiddette intelligenti artificiali, più di continenti e nazioni. Ogni volta che noi facciamo una domanda all’AI consumiamo una marea di energia, bottiglie di acqua. Questo accade perché? Perché Google o gli altri alle grandi élite economico-finanziarie, cioè quelle che governano, quelle che danno i soldi, rendono la visibilità politica per i loro pupilli“.
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