“Questi non sono vaccini perché l’antigene, cioè la famosa proteina Spike che viene fatta produrre dalle nostre cellule, non è mai stato attenuato, cioè reso incapace di nuocere. Noi introduciamo una pericolosa tossina senza nessuna attenuazione, che infatti produce tutti i danni che stiamo vedendo. Inutile che fanno finta che non è così.
È un disastro, è una volontà di fare del male. È evidente“.
Queste le parole che quasi un anno fa, il 19 settembre 2023, fecero grande scalpore.
Le affermazioni dure del dottor Massimo Citro si riversarono sul conduttore della trasmissione, Marcello Foa, ex presidente Rai.
Il dietrofront dell’azienda di Viale Mazzini fu immediato: scuse e chiarimenti furono richiesti a Foa.
“Colgo l’occasione – disse il direttore di Rai Radio 1 Francesco Pionati – per invitare tutti i conduttori, in presenza di dichiarazioni estreme rese dai loro ospiti a chiarire che le stesse sono fatte a titolo personale”. Tramite una nota ufficiale, la Rai disse che quelle di Citro erano “affermazioni gravi”. Dopo qualche mese, a dicembre, “Giù la maschera” viene di nuovo ammonita: stavolta Fabio Dragoni, ospite di Foa nella trasmissione, porta tesi scomode sul cambiamento climatico. Tesi che poi l’Usigrai definisce “da bar” tramite un’altra nota.
“Il Cdr del Giornale Radio e l’Usigrai, ancora una volta, devono con forza prendere le distanze dalle tesi antiscientifiche andate in onda oggi – 11 dicembre, ndr – a ‘Giù La Maschera’ e ‘Il Rosso e Il Nero’ su Radio1. Il cambiamento climatico è un problema serio che non può e non deve essere affrontato con approssimative tesi da bar“. In diretta da Fabio Duranti, Marcello Foa ricorda quanto accaduto.
“Galli fu molto violento nelle sue affermazioni, anche molto impreciso. Citro, con cui mi ero raccomandato, è stato molto in linea, gli è scappata solo una mezza frase di troppo. Siccome c’era, mi hanno detto, un’estrema attenzione su quanto io andavo a mettere in onda, dopo cinque minuti qualcuno dentro la RAI è andato a estrapolare quel passaggio, l’ha passato a un deputato del PD, il quale l’ha twittato. Da quel momento in avanti è esplosa una polemica furibonda. Perché? Perché lo scopo era quello di togliermi la trasmissione subito. Cioè, un certo tipo di establishment, che mi ha fatto la guerra per tre anni quando ero presidente della RAI, non poteva ammettere che una persona come il sottoscritto potesse avere una trasmissione“.