Un fulmine a ciel sereno ha colpito la capitale nella mattinata di Mercoledì: attraverso una nota ufficiale la Roma ha fatto sapere di aver esonerato Daniele De Rossi. Una decisione inaspettata quella della società giallorossa che non è stata accolta di buon grado dalla tifoseria. Le contestazioni davanti ai cancelli di Trigoria non sono tardate ad arrivare: nel mirino i vertici societari e alcuni calciatori come Cristante e Pellegrini. Giudicate troppo poche le quattro giornate di campionato concesse a De Rossi per dimostrare qualcosa, si cercano le motivazioni dell’esonero nelle dinamiche extra campo. Qualcuno parla di accese divergenze interne, complici le parole su Zalewski in conferenza stampa e, come riporta Ilario Di Giovambattista, le parole di Totti nelle ultime interviste rilasciate.
Tony Damascelli ha commentato ai microfoni di Radio Radio Mattino Sport e News l’addio amaro di De Rossi e il trattamento riservatogli: “Questo è un epilogo esplicativo della cultura yankee. Per loro funziona così, hanno sempre due soluzioni nella loro vita quando devono affrontare un problema. O sparano o ti licenziano. Non hanno una soluzione di diplomazia, di compromesso. Fa parte di un mondo totalmente diverso dal nostro. De Rossi è andato via in maniera silenziosa, da vero signore, ma dall’estero mi erano già arrivati segnali d’all’arme. C’era chi mi chiedeva quanto tempo gli rimanesse da passare sulla panchina della Roma, sapevano già che avrebbe avuto i giorni contati“