Secondo Ilaria Salis “il carcere non serve a niente. Non solo non risolve le ingiustizie, ma le aggrava”. L’eurodeputata di AVS lo ha detto nel corso della presentazione di un libro con Zerocalcare, dove ha anche aggiunto che il carcere sarebbe un’istituzione classista e razzista vista la grande mole di migranti presenti all’interno delle strutture carcerarie.
Una verità che Alfonso Sabella abbracciava in gioventù, ma che il magistrato ci ha detto di aver cambiato radicalmente, dopo aver avuto a che fare in prima persona con la materia e con i casi giuridici tra i più segnanti nella storia del nostro paese.
Tra questi il periodo stragista: “Ero giovane e forte e ho fatto campagna elettorale per l’abolizione dell’ergastolo: pensavo che fosse disumano e ingiusto. Poi mi sono scontrato a Palermo con altri criminali (quelli delle stragi, ndr), e ho capito che senza l’ergastolo questo Paese sarebbe finito nel baratro più assoluto“.
Quella della Salis non è neppure una lotta che abbracciano i più critici tra le toghe, a detta del magistrato: “Semmai è presente il dibattito sul fatto che questo modello di carcere abbia fallito, perché in Italia non c’è un vero e proprio modello penitenziario“. E per quanto riguarda i diritti dei carcerati, inutile fare di tutta l’erba un fascio: “Mi rendo conto più col pessimismo della ragione che con l’ottimismo della volontà che alcuni non hanno alcuna possibilità di essere riabilitati“.
Ascoltate l’intervento a Lavori in Corso | 23 settembre 2024