Venezuela, Maduro vince le elezioni e Washington grida al broglio elettorale

Come sappiamo, la vittoria di Maduro alle elezioni venezuelane recenti ha generato turbolenze e scontento palese presso i pretoriani dell’Ordine Mondiale Liberale Atlantista, i quali da subito hanno mobilitato la loro scontatissima narrazione secondo cui vi sarebbero stati i brogli elettorali in Venezuela. Come del resto sempre accade, a giudizio dell’Occidente, anzi dell’Uccidente liberale atlantista, quando a vincere le elezioni sono forze e partiti che non hanno giurato fedeltà al nuovo ordine mondiale che ha per capitale Washington, per moneta il dollaro e per visione del mondo quella turbo-mercatista.

Ma Washington non si accontenta ora di gridare ai brogli e di non riconoscere come valida l’elezione del presidente Maduro.
Sappiamo infatti che nelle scorse settimane moltissimi paesi di ortodossa fede liberale atlantista hanno disconosciuto la vittoria di Maduro e hanno addirittura celebrato come vincente l’opposizione composta peraltro da fantocci liberale atlantisti che altro obiettivo non hanno se non di atlantizzare il Venezuela portandolo fuori dai perimetri del mondo multipolare. E ora Washington precisa minacciosa quanto segue.

‘Non escludiamo nulla per il futuro’, queste le parole impiegate dal Pentagono. Ciò equivale ad ammettere più o meno apertamente che all’occorrenza sarà possibile per la civiltà dell’hamburger intervenire direttamente in Venezuela per rovesciare Maduro e istituire l’ordine desiderato, vale a dire per insediare un governo fantoccio totalmente prono e indesiderata del global-liberismo a base imperialistica.

Si tratta peraltro di un canovaccio che, dal 1989, abbiamo visto realizzarsi molte volte, in realtà già dal 1973 con l’infame golpe Pinochet di matrice atlantista. La civiltà del dollaro crea la narrazione tesa a demonizzare il governo disallineato di turno, lo presenta come dittatoriale e nemico dei diritti umani, per poi poterlo aggredire con il consenso dell’opinione pubblica millimetricamente manipolata. Come sappiamo, diritti umani, democrazia da sporto, lotta alla dittatura, sono oggi altrettante foglie di fico utilizzate per giustificare l’ingiustificabile.

In tal guisa, infatti, l’aggressione imperialistica viene nobilitata come esportazione della democrazia e dei diritti umani. Accadrà anche questa volta con il Venezuela tutto questo? Non lo sappiamo. Sappiamo però che Washington ha già apertamente ammesso di essere pronta a farlo.

Per il futuro nulla è escluso secondo la narrazione Washingtoniana. Sappiamo anche che tanta credine e tanto livore nei confronti di Maduro, da parte della tala socrazia stelle e strisce, rivela, in maniera adamantina, che il Venezuela sta procedendo nella giusta direzione, secondo una traiettoria ostinatamente contraria al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. Del resto, il Venezuela di Maduro è schierato con la Russia e con la Cina, non certo con Washington.

Il Venezuela di Maduro sta resistendo all’imperialismo della civiltà del dollaro. Ancora si sta aprendo al mondo multipolare, a una visione poliarchica sottratta al monopolarismo atlantista. Ancora, le ricette economiche di Maduro sono ostinatamente contrarie al neoliberismo alla Fonayet.

Per tutti questi motivi non stupisce che Maduro venga presentato dallo storytelling liberale atlantista come un perfido dittatore che soverchia il popolo, che tiene in pugno il paese. Questa narrazione, di cui la storia reale non sa nulla, serve soltanto a nobilitare l’aggressione preventiva. Secondo un canovaccio che, come dicevo poc’anzi, già molte volte abbiamo visto ripetersi.

E quel che più stupisce non è che questo canovaccio si ripeta, ma che i più lo accettino con ebete euforia, come se davvero fosse attinente alla realtà fattuale.

Radioattività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro