Scuola e università, quelli che dovrebbero essere i pilastri del pensiero critico (e libero) oggi tentennano di fronte a precise dinamiche disfunzionali.
Parliamo di uno dei casi specifici: l’Università di Roma Tre organizza giornate e laboratori annessi dedicati allo ‘studio sui bambini trans’. Non semplice educazione affettiva (ovviamente necessaria e ben accetta) ma si parla precocemente di bambini transgender. “In un’età in cui si formano le coscienze, se c’è un tentativo di indottrinamento può generare confusione nella crescita dei bambini. Lasciamoli fuori da temi specifici di questo genere”, è di quest’idea Francesco Giubilei, Presidente di Nazione Futura che, assieme a Francesco Borgonovo, evidenzia come si percepisce “un’evidente volontà di plasmare le coscienze su questi argomenti”.
Borgonovo, in riferimento al concetto di indottrinamento, analizza un esempio ulteriore riportando l’intervista pubblicata su La Stampa di Charles Kupchan, professore americano autorevole specializzato in affari internazionali e strategia.
Qui ha evidenziato appunto come ‘la guerra in Ucraina non può essere vinta dall’Ucraina, ma nemmeno dalla Russia’, è necessario perciò avviare una trattativa perché nessuno dei due contendenti può vincere. Aggiunge inoltre come ‘sia stato un errore dell’amministrazione Biden continuare a ripetere che l’Ucraina avrebbe vinto’.
Ancora oggi infatti ci troviamo sui giornali italiani e europei una serie di attacchi e pezzi celebrativi in cui si parla del ‘nuovo piano della vittoria di Zelensky’. Continuiamo perciò ad alimentare propaganda da un lato o dall’altro quando è appurato che l’unica soluzione (in questo caso) al conflitto bellico è la trattativa.
Se non si da possibilità alla critica di venir fuori neanche su questi temi poi dopo ti ritrovi in una camera dell’eco in cui senti una pensiero unico e a pagarne le conseguenze sarà sempre e comunque la popolazione. Sia sotto il profilo del libero pensiero che, nel caso della guerra in Ucraina, di vita.
Punto & Accapo | 25 settembre