Da diverso tempo in molte città italiane compaiono manifesti secondo i più controversi.
Li hanno già chiamati “filo russi” o “pro Putin”, ma le affissioni che vediamo ancora anche a Roma e Milano recitano altro: “La Russia non è il mio nemico! Basta soldi per le armi in Ucraina e Israele. Vogliamo la pace e ripudiamo la guerra (articolo 11 della Costituzione)”.
Ai fanatici della fantomatica “pace giusta” non è andata giù. In più ora partono interrogazioni parlamentari, europarlamentari e indagini del Copasir. Si parla anche di ipotetiche somme: 30-50 mila euro, ma “è stata frutto di una colletta tra più di 200 persone che davano chi 10, chi 20 euro: è costata circa 3 mila euro”. A spiegarcelo in diretta c’è l’avvocato Mattia Crucioli, presidente e fondatore di “Uniti per la Costituzione”. Precedentemente senatore per il Movimento 5 Stelle, nel 2021 votò contro la fiducia al Governo Draghi e per quello uscì dal partito.
“Il responsabile in realtà era soltanto la persona che aveva fatto da collettore di queste donazioni e aveva poi firmato il contratto con l’agenzia pubblicitaria che affiggeva i cartelloni. Si sono diffusi sempre più articoli contro questa persona fino ad arrivare a interrogazioni, interpellanze parlamentari, europarlamentari e a un’indagine dei servizi segreti e del potere del Copasir. Ecco questo tutto ovviamente mettendo il nome di questa persona sempre in primo piano e quindi additandola come appunto un pericolo pubblico. Questa persona si è rivolta a me per fare una richiesta di diffida e di rettifica dei dati non veritieri che sono stati diffusi. Noi li abbiamo inviati a mezzo PEC e naturalmente nessuno si è preso la briga di fare queste correzioni, tanto che adesso dovremmo valutare se andare davanti al giudice e anche chiedere i danni. Ma questa è un’altra storia“.
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