La Russa vuole portare gli animali domestici in Senato, ai problemi dell’Italia ci penseremo dopo

Mentre il mondo è terribilmente sull’orlo della Nuova Guerra Mondiale, e mentre Israele seguita a bombardare terroristicamente in nome della lotta al terrorismo, ecco che l’immarcescibile Ignazio La Russa estrae dal suo cilindro magico la soluzione fondamentale per risolvere ogni problema. La russa ha recentemente asserito che, sono parole sue, è ora che gli animali domestici entrino in senato. Sicc.

Ora sì che abbiamo la soluzione per risollevare l’Italia e per porre fine ai drammi che stanno insanguinando il pianeta. Ora sì che abbiamo finalmente una proposta interessante e lucida in grado di affrontare seriamente la concretezza drammatica della situazione che stiamo vivendo. Oltretutto mi punge vaghezza di notare che in Senato di animali domestici, anzi addomesticati, ve ne sono già fin troppi.

Animali addomesticati che, avendo rinunziato a quel logos che ci rende propriamente umani, semplicemente eseguono gli ordini della classe capitalistica transnazionale, magari anche scodinzolando come cagnolini devoti e ossequiosi. Come non mi stanco di sottolineare, e come ho chiarito nel mio studio, demofobia, la politica oggi è semplice continuazione dell’economia con altri mezzi. I politici, a destra come a sinistra, si limitano a operare in guisa di fedeli e zelanti maggiordomi, con il diverso colore della livrea, bluetta a destra, fucsia a sinistra, maggiordomi, dicevo, che prendono gli ordini dalla classe capitalistica transnazionale e attuano riforme sotto dettatura finanziaria, sempre e solo per compiacere e desiderata dei gruppi dominanti sans frontières.

A questo riguardo non può non venire alla mente, irresistibilmente, la proverbiale scena di Caligola che fa senatore il proprio cavallo per farsi beffe del senato. Forse Caligola aveva anticipato la volontà di la russa? Non è chiaro comunque per quali ragioni la russa abbia fatto questa proposta che definire surreale è ancora poco. L’ha fatto per amore verso gli animali? O forse perché vuol far avere un lauto stipendio anche agli animali domestici dei senatori? Quel che è certo è che il livello della politica in Occidente è ormai letteralmente rasoterra, per usare una formula ancora ampiamente eufemistica e perifrastica.

Davvero risulta surreale pensare che mentre sta accadendo quel che sta accadendo in giro per l’Europa e per il mondo tutto, miseria che cresce, guerre che imperversano, crisi sempre nuove che si affacciano all’orizzonte, ebbene, mentre tutto questo accade, Ignazio La Russa non abbia di meglio a cui pensare se non all’ingresso degli animali domestici in Senato. Ma come già dicevo, il Senato mi pare già pulluli di animali addomesticati. sempre pronti a rispondere agli ordini del padrone, sempre pronti ad agire come fidati cani da riporto, sempre pronti ad obbedire con zelo agli ordini dei padroni.

Gli animali domestici si caratterizzano oltretutto, pur con tutto il bene che vogliamo loro, per l’assenza del logos e per il fatto che mancano di autonomia, ossia, per dirla kantianamente, della capacità di determinare da sé il proprio giudizio e il proprio operato. Ecco perché, forse inconsapevolmente, La Russa ha detto una cosa vera, il fatto che gli animali domestici debbono entrare in senato, ma di fatto, aggiungo io, sono già entrati da parecchio tempo e anzi risultano oggi largamente dominanti nei banchi del senato. Possiamo ben dirlo, il senato italiano già pullula di animali domestici, anzi addomesticati.

RadioAttività – Lampi del pensiero quotidiano con Diego Fusaro