Ora Lagarde ci rivende la religione fasulla delle banche, ma si è persa la lezione fondamentale dell’economia

Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, sostiene che l’Europa dovrebbe rafforzare le proprie banche per competere meglio con la Cina e con gli Stati Uniti. In un’audizione al Parlamento Europeo, Christine Lagarde ha affermato che le fusioni tra le banche sarebbero “desiderabili“, poiché, secondo lei, potrebbero creare delle entità capaci di competere a livello globale.
Tuttavia ha avvertito dei potenziali rischi, sottolineando l’importanza di progredire nell’unione dei mercati di capitali e nella resilienza economica europea.

Ecco, guardate la retorica bancaria: da una parte e dall’altra la mancanza di contenuti.
Si parla soltanto di unione bancaria, di unione di banche, di rafforzare le banche dell’Unione Europea e non si vede il principale problema, è che avendo rafforzato le banche abbiamo impoverito il sistema delle imprese. Lagarde ha espresso preoccupazione per la resistenza economica dell’Unione Europea, indicando che l’Europa sta rimanendo indietro rispetto al rapido cambiamento globale.
E questo è vero. E dovremmo farci una domanda. Come mai noi, nell’arco di 30 anni, da quando siamo entrati nell’Unione Europea, da quando abbiamo fatto il progetto di Unione Europea, abbiamo perso in tutti gli Stati europei competitività rispetto agli altri posti del mondo?Bisognerebbe chiedersi questa cosa.

Per affrontare le sfide strutturali ha ribadito la necessità di investimenti sostanziali, sia pubblici che privati, secondo lei per “decarbonizzare” l’economia e aumentare la competitività. Probabilmente non bastano le spinte green che hanno portato l’Europa al disastro.

Sul fronte dell’inflazione, Lagarde ha segnalato che potrebbe aumentare temporaneamente nel quarto trimestre del 2024, e ha ribadito la fiducia nel ritorno al target del 2% entro il 2026. Insomma, questo feticcio del 2%. Infine, ha chiesto una rapida implementazione del sistema europeo dei depositi, bloccato da anni, a suo parere, per la timidezza dei governi, ma essenziale per completare l’economia bancaria.

Insomma stiamo parlando sempre di banche e soprattutto stiamo dimenticando che la Lagarde sembra che si sia persa la lezione più importante della macroeconomia nella quale si spiegavano che gli investimenti dipendono da tre fattori chiave: i tassi di interesse, che lei stessa tiene troppo alti; la domanda interna, che è stata distrutta dall’Eurozona; una politica del credito, ormai stagnante.
Questi sono elementi che bloccano l’economia, non sarà l’unione bancaria che può ridurre questi problemi dell’Europa. Sono problemi di economia, non problemi di finanza.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi