Drew Weissman, premio Nobel 2023 per la medicina, pubblicò nel 2018 un articolo su Nature dal titolo “mRNA vaccines — a new era in vaccinology“.
Insieme ai motivi per cui, a detta del Nobel, i vaccini mRNA sono novità dirimenti nel panorama scientifico, nell’articolo sono presenti anche i rischi che simili terapie possono comportare per chi vi venisse sottoposto. Parliamo di problemi nella stabilizzazione dell’interferone 1 e della possibilità di reazioni autoimmuni ed effetti autoaggressivi. “E hai detto niente, se parli di interferone 1 parli di tutte le immunità“.
Nel corso della presentazione di “Prevenzione Antinfettiva e Oncologica”, il nuovo lavoro del dott. Giuseppe Di Bella, si è parlato anche delle reazioni avverse del vaccino Covid e della loro prevenzione.
Ma innanzitutto: perché il rischio è nello specifico sui vaccini mRNA?
“Coi vaccini tradizionali si andava a iniettare il virus depotenziato nell’organismo in modo che non potesse essere aggressivo. Ora invece c’è una proteina oltretutto protetta da fosfolipidi, quindi dura una vita. Questa può creare reazioni autoimmunitarie, perché le sue sequenze possono essere molto simili a sequenze amminoacidiche di proteine che hanno un ruolo fondamentale multiorgano“. Facendo un esempio concreto, “c’è una proteina dei muscoli che si chiama titina: la spike produce anticorpi molto simili alla struttura della titina generando cardiopatia“.
Allora come ovviare?
“Intanto bisognerebbe studiare il tipo di danno prodotto“. Nel caso del cuore è utile ricorrere all’accoppiata “melatonina e coercitina che vanno a intervenire sull’endotelio vasale“, cioè sulle pareti interne generando fluidità nella circolazione.
Questo e alcuni altri casi sono stati enunciati dal Dott. Di Bella nel corso della presentazione all’Hotel Carlton di Bologna | Guardala nel VIDEO.
Gli altri interventi
PARTE 1: https://youtu.be/X3kEZBTfseA
PARTE 2: https://youtu.be/uhQNDEjp0so
PARTE 3: https://youtu.be/u4_K_zPUKJY
PARTE 4: https://youtu.be/xOD-vXDIpQM