Medio Oriente, l’ipocrisia firmata USA grida ‘stop ai rifornimenti’ a Israele se non aumentano gli aiuti umanitari

Medio Oriente, la catastrofe umanitaria continua: i raid di Israele non cessano di mietere vittime. A Jabalia, nel nord di Gaza, è stato colpito un campo profughi. Sul fronte libanese gli ultimi attacchi da parte dell’esercito israeliano risultano ad Aitou, un villaggio del nord e a sud, nella città di Qana: “Dieci persone sono state uccise a seguito di un attacco aereo nemico nel villaggio di Qana. Quindici persone sono state portate in ospedale con ferite”, così ha comunicato l’agenzia libanese NNA.

Il principale fornitore di armi e assistenza a Israele oggi ha puntato i piedi per un attimo, dichiarando di voler fermare il supporto bellico se la situazione umanitaria, soprattutto quella in riferimento alla Striscia di Gaza, non migliora nell’immediato futuro con un maggior riguardo e supporto per i civili.
Parliamo degli Stati Uniti: Matthew Miller, portavoce del Dipartimento di Stato Americano, ha affermato “Abbiamo bisogno di vedere ulteriori cambiamenti da parte del governo di Israele”, ha riferito inoltre che il premier israeliano ha tempo 30 giorni per cambiare la situazione altrimenti il rischio è di perdere l’assistenza USA.
Tale posizione è stata esplicitata in una lettera mandata direttamente a Benjamin Netanyahu, firmata da Antony Blinken (Segretario di Stato) e Lloyd Austin (Segretario alla Difesa).