Basta poco per cambiare l’economia.
Ce lo ha dimostrato la storia. Il crollo della borsa di Wall Street nel ’29, il piano Dawes per risollevare la Germania post prima guerra mondiale: due situazioni drammatiche in cui precisi investimenti sono stati fondamentali per dare al popolo la normalità scomparsa precedentemente. O meglio: sono state le decisioni su quegli investimenti ad averlo fatto. Roosevelt risollevò gli States così: investendo, metaforicamente e non, sul potere d’acquisto dei cittadini. Fu poi Keynes a riassumere la ricetta: l’innalzamento delle retribuzioni può evitare il crollo dell’economia, e l’investimento non deve andare sulla speculazione bancaria, ma sulle imprese.
L’economia ha sempre avuto una seconda occasione, che è stata molto produttiva fino a oggi.
La morale, insomma, è che, alla fine, è sempre stato l’uomo a dover riequilibrare tutto per l’uomo stesso. E che fa differenza, enorme, scegliere da che parte “spostare” i soldi.
Con l’avvento delle nuove tecnologie occorre chiedersi se cambierà questa storica modalità.
Lo facciamo con Enrico Michetti in diretta.
“Stando i soldi all’interno delle banche, loro hanno avuto una liquidità enorme. Ogni operazione che fai a loro costa zero, perché, o ne fai un milione o ne fai centomila, lo strumento informatico per loro ha lo stesso valore, è acceso”. Dalla parte del consumatore, “ogni operazione costa un tot: immaginate i profitti che fanno. Cioè un tempo le banche investivano nella formazione perché se c’era una buona idea la scovavano e la finanziavano. Le banche danno i soldi a quelli che i soldi già possono dimostrare di averli. Per cui la banca non rischia più nulla. Oggi non c’è più la necessità di dovere in qualche misura sostenere il circuito bancario perché va in sofferenza. Se va in sofferenza è perché probabilmente non ce la fanno più quelli che ce l’avevano sempre fatta. La banca sta all’interno di un circuito che in qualche misura va nel verso di un terminale. Significa che la banca tra un po’ non avrà più bisogno di personale, potrà fare tutto elettronicamente. Ma a quel punto che necessità c’è di avere una banca privata? A quel punto lo facesse il pubblico“.
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