Negli USA si sta già votando per posta in alcuni Stati.
L’early voting sta già innescando le prime polemiche tramite segnalazioni che sono pervenute sulle macchine adibite al voto.
Alcuni raccontano infatti in questi giorni di presunti errori tecnici che stamperebbero nella scheda elettorale il nome di Kamala Harris, anche se chi vota clicca su Donald Trump. Le autorità smentiscono e parlano di errore dell’elettore.
Comunque vada, il 5 novembre darà il suo verdetto. La democratica sembra essere, secondo una media dei sondaggi fornita da RealClearPolitics, in vantaggio dello 0,3%: una percentuale irrisoria che metterebbe in difficoltà la Harris e favorisce Trump.
Gianluca Borrelli, fondatore e presidente di Termometro Politico, racconta la situazione in diretta.
“Per quanto riguarda la posta, arriva in degli uffici e vengono tenute lì. Poi vengono tenute chiuse e in teoria nessuno dovrebbe poterle toccare fino al momento in cui c’è lo spoglio, che dovrebbe avvenire nel giorno stesso precedentemente però allo spoglio di quelli che hanno votato nel giorno stesso, e questo lo facevano prima. Adesso sembra che aprano tutte le schede insieme, quindi è una situazione in alcuni Stati, perché ogni Stato fa a modo suo, che è abbastanza strana e per certi versi inquietante. Prima, i primi voti che si vedevano erano quelli postali, e appena aperte le urne si rivedevano i voti postali che erano già stati analizzati in precedenza. Adesso hanno cambiato le cose e questo ha creato molta molta confusione. Poi il voto dura 3-4 giorni se lo spoglio dura 3-4 giorni che è una cosa orribile”
Ascolta l’intervento integrale | Un Giorno Speciale – 23 ottobre.
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