Il Digital Act non basta: per limitare la manipolazione sui social dei giovani attraverso i discorsi d’odio o “antidemocratici” ci vuole di più.
A innescare la discussione in Europarlamento è Janusz Wojciechowski, commissario europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
“Nella lotta alla disinformazione – dice nel suo discorso d’apertura – l’UE sostiene l’Osservatorio europeo dei media digitali. Fact-checker indipendenti, ricercatori ed esperti dei media individuano, analizzano ed espongono le potenziali minacce di disinformazione. Un’ampia rete di vlogger fidati è già attiva nell’identificare i discorsi d’odio illegali. Presto beneficeranno del meccanismo di verifica previsto dalla DSA“.
Un sistema che abbiamo già visto in funzione tramite le ingiunzioni dell’ex commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, che per mesi ha combattuto Elon Musk su X. In aula lo ricorda bene Jorge Buxadé Villalba, dirigente di Vox in Spagna.
“Introdurre algoritmi per indirizzare l’utente nel messaggio che i miliardari vogliono che veda su Telegram o Facebook è un crimine.
E’ un crimine bloccare e sospendere l’account di Donald Trump. E’ un crimine offrire a Elon Musk, come ha fatto la Commissione europea, un accordo segreto e illegale per censurare il discorso politico in cambio di non essere multato. Giovani, continuate a denunciare cosa succede e i loro responsabili e sentitevi liberi di esprimere ciò che diavolo volete“.
Qui il suo intervento tradotto.
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