“Mi ha colpito molto un discorso di Trump. Io non giudico mai le persone senza prima ascoltarle, e lui diceva di voler dedicare tutta la sua attenzione al cittadino americano onesto, che è sempre quello più colpito. La criminalità chi colpisce? Il cittadino onesto. Il fisco su chi si accanisce? Sul cittadino onesto. L’ingiustizia chi penalizza? Sempre il cittadino onesto. Ha elencato una serie di esempi che, se li guardo in modo obiettivo, mi fanno riflettere su quanto l’Italia sia ormai il paese ideale per i criminali.
Oggi il sistema normativo consente di rubare, calunniare, diffamare e offendere con poca o nessuna conseguenza. Vai in metro e trovi decine di persone che scippano regolarmente. Puoi occupare le case altrui o persino manifestare contro chi sta esercitando il diritto di manifestare, solo perché non si è d’accordo con la loro opinione. Questo va contro il principio stesso di democrazia. In Italia, il cittadino onesto, che rispetta le regole, è letteralmente massacrato. La nostra sembra essere diventata una nazione sicura solo per chi infrange la legge, perché qui chiunque può agire senza preoccuparsi delle conseguenze.
Inoltre, le forze dell’ordine sono lasciate senza tutele. Se un poliziotto o un carabiniere interviene e capita un incidente, chi paga le spese legali? Con stipendi di circa 1.700-2.000 euro al mese, non possono permettersi di sostenere i costi di una difesa. Eppure, invece di restituire dignità a questi professionisti, alcuni politici pensano che un piccolo aumento di stipendio possa risolvere il problema. Ma il problema non è economico: è una questione di dignità. Se un criminale può essere scarcerato il giorno dopo l’arresto, che messaggio diamo a chi rischia la vita per la sicurezza dei cittadini? Alcuni reati, come il furto, sono ormai considerati “minori”, perseguibili solo su querela di parte. È vergognoso.
Quando un agente vede un furto in atto e non può intervenire, o se qualcuno occupa una casa e chi cerca di rientrarvi è accusato di violazione di domicilio, è evidente che siamo di fronte a un sistema che tutela il criminale. Per fare un confronto, pensiamo all’Egitto: chi ci è stato racconta che non ha mai subito problemi di sicurezza. Ma provate a rubare in Egitto, e vedrete cosa succede. Ciò non significa che quel Paese neghi la libertà; semplicemente, certe azioni vengono punite con più severità rispetto a quanto avviene in Italia.
In Italia, inoltre, permettiamo a persone con condanne o processi in corso di rappresentarci in Parlamento. In qualche modo, abbiamo legittimato questi comportamenti, e questo significa che certi atteggiamenti non sono considerati reati da tutti. È un sistema che di fatto normalizza e rappresenta comportamenti che distorcono i principi di giustizia su cui dovrebbe basarsi lo Stato“.
Ascolta l’intervento del prof. Enrico Michetti qui