Vincere in Ucraina e sconfiggere Putin.
Questo il programma e le intenzioni dichiarate durante lo scrutinio all’Eurocamera da Kaja Kallas, ex premier dell’Estonia con un passato non particolarmente florido con la Russia. Con nonna e madre deportate in Siberia durante la seconda guerra mondiale, e con l’accusa di aver distrutto i monumenti dei soldati sovietici nel suo Paese. “I crimini contro la memoria dei liberatori del mondo dal nazismo e dal fascismo devono essere perseguiti”, disse in quell’occasione la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Così la Russia l’avrebbe inserita nella lista dei ricercati. Ora Kaja Kallas, indicata come Alta rappresentante designata per la Politica estera dell’Unione europea, superato l’ultimo esame, dovrà “fare diplomazia” sulla situazione ucraina.
Durante lo scrutinio è stato Roberto Vannacci a chiederne le modalità.
“Secondo il rapporto Draghi, che è diventato il vero guru di questa nuova Commissione, la crescita ridotta e la perdita di produttività dell’Unione Europea è dovuta a tre fondamentali cause esterne, di cui due sono: la perdita del più grande fornitore di energia dell’Unione Europea, ovvero la Russia, e la seconda, la rimessa in discussione degli equilibri geopolitici e la crescita delle tensioni internazionali. Lei, come alto rappresentante designato, ci può dire per favore quali sono i primi tre provvedimenti per recuperare il più grande fornitore di energia dell’Unione Europea, ovvero la Russia, e appianare le tensioni internazionali e quindi porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina?“.
Ascolta qui la risposta nell’intervento integrale tradotto.
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