Se una squadra è convinta dei propri mezzi, con cognizione di causa, prima o poi riuscirà a essere anche del tutto convincente. L’Italia di Luciano Spalletti suggerisce questa impressione, anche prima del vantaggio firmato, per la prima volta nella sua carriera, da Sandro Tonali, al termine di un’azione in cui gli Azzurri son sembrati un’orchestrina jazz con tanta batteria.
Sguardi d’intesa nei primi piani e uno spartito governato dalle uscite palla al piede di un Rovella alla Sorrentino, ovvero regia di personalità con qualche personalismo, non a caso Spalletti lo sprona da bordo campo al rispetto del posizionamento.
Gente nuda il ciel l’aiuta, italiani compresi, sugli spalti; spot occulto ed efficacissimo per l’ibuprofene, in ogni caso.
Nel giorno in cui ricorrono i novant’anni dalla memorabile prestazione italiana sul terreno fangoso di Highbury, Barella e compagni all’occorrenza portano in scena anche una versione più tradizionale e guardinga del nostro calcio, sul prato bucherellato di Bruxelles, quando Onana e compagni alzano baricentro e giri del motore.
Finisce, il primo tempo, con i nostri che tornano a divertirsi col fraseggio fluido nella metà campo belga.
A ridosso dell’ora di gioco, il fraseggio dell’Italia piace al pubblico, anche quello avversario, e compiace i protagonisti, talmente in fiducia che si divertono sempre di più pur non riuscendo a raddoppiare, più per caso che per colpa.
L’Italia dell’ultima parte di gara accende anche il martello pneumatico, ossia le percussioni del rinato Kean, subentrato a Retegui.
Azzurri che dovrebbero masticare più lentamente la preda, a quel punto, senza farsi condizionare dall’ansia che invece li assale al limite dell’area.
Nel Belgio, a un Trossard iperattivo corrisponde un Lukaku quiescente, a parte qualche sussulto.
Sandrone Tonali turbodiesel, perché riesce a salire di giri anche negli ultimi dieci minuti, quando c’è da alleggerire la pressione belga.
Se la partita della Nazionale Italiana stasera fosse stata una cena, diremmo che gli uomini di Spalletti si sono alzati da tavola con un bel po’ di appetito ancora, perché hanno indugiato troppo a scrutare il menu delle opzioni al limite dell’area.
Resta la bontà del piatto unico, ottimo e alla fine pure abbondante, ovvero il gol di Tonali che ha messo subito in chiaro le cose. L’appetito de l resto vien giocando, quindi ci aspettano le escargot, domenica sera: San Siro ha già l’acquolina in bocca.
Paolo Marcacci