Il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina della Roma ha avuto un impatto fortissimo, sia per l’ambiente ma anche per la proprietà. Le sue parole in conferenza stampa non hanno lasciato spazio ad interpretazioni, sia riguardo alla centralità del suo ruolo, sia riguardo i vincoli sulle scelte di campo. Emblematiche le sue parole sul caso Dybala: “Su Dybala io faccio come mi pare, è la prima cosa che ho detto al presidente. Voi mi vedete sempre col sorriso ma io mando per ari i tavoli nello spogliatoio. Io ai miei presidenti parlo in faccia. Dybala si vede che è di un’altra categoria. Avrà la mia massima considerazione”.
Un aspetto fondamentale per Roberto Pruzzo se si vuole risollevare morale e classifica: “L’allenatore dovrà iniziare a fare affidamento su quelli più forti, a partire da Dybala. Il momento è delicato, ci sono 3 partite a settimana. C’è bisogno di giocatori di esperienza come dell’energia dei giovani. I discorsi ormai sono finiti, la reazione dei tifosi anche è fondamentale. Va ritrovata una compattezza, se i fischi continueranno ad essere superiori agli applausi sarà un casino. L’atteggiamento visto nelle ultime due o tre partite va totalmente dimenticato. Ranieri non ha bacchette magiche, non è che prendendo uno stopper e mettendolo terzino risolvi i problemi di una squadra. La squadra deve essere brava a portarsi i tifosi dalla sua parte”.
Fuori dal campo Ranieri ha già parlato da dirigente secondo Stefano Carina: “Ghisolfi nella conferenza stampa è stato una comparsa, perché Ranieri due o tre volte ha preso la parola a posto suo. L’allenatore della Roma ha già parlato da dirigente, ha fatto scudo alla squadra e ai Friedkin. C’è stata anche una risposta per far capire di essere stato una delle prime scelte, sapendo benissimo anche lui di non esserlo. Parole per proteggere la presidenza. Poi non è che vai a Napoli dopo le parole di Ranieri e vinci 3 a 0. Però era quello che ci voleva in questo momento”.