La sbugiardata del Sole 24 Ore ai diktat dell’UE: l’austerità imposta è una condanna annunciata

Oggi voglio togliermi una soddisfazione, perché da anni sostengo che per ridurre il rapporto debito/PIL non bisogna tagliare la spesa pubblica, ma al contrario aumentarla. Per molto tempo, questa affermazione è stata etichettata come folle o priva di basi economiche. Tuttavia, oggi anche il Sole 24 Ore sembra confermare questa linea di pensiero, evidenziando come i dati recenti supportino questa teoria.

Nel terzo trimestre del 2024, il PIL italiano ha registrato una crescita pari a zero rispetto al trimestre precedente, segnalando una brusca frenata. La Confindustria ha invitato il governo a sostenere la produttività interna attraverso investimenti mirati. Nonostante il rallentamento, il 2024 ha portato all’Italia successi straordinari nel settore dell’export. Nei primi otto mesi dell’anno, l’Italia ha raggiunto un volume di esportazioni pari a 412 miliardi di euro, superando temporaneamente paesi come Giappone e Corea del Sud e salendo al quarto posto mondiale. Questo dato straordinario si colloca in un contesto di rigore fiscale, che ha visto il ritorno dell’avanzo primario, pur a costo di sacrifici significativi per famiglie e imprese.

Tra il 2019 e il 2024, l’Italia ha registrato una crescita del PIL del 5,5% nel G7, e per ogni miliardo di debito pubblico aggiuntivo ha prodotto 2,4 miliardi di PIL, un dato che supera nettamente quello di paesi come Germania (1,9 miliardi), Francia (800 milioni) e Stati Uniti (600 milioni). Questo dimostra un’efficienza economica notevole e conferma che per ridurre il rapporto debito/PIL è necessario far crescere l’economia, non tagliare la spesa pubblica. Nonostante ciò, l’Italia continua a seguire politiche di austerità imposte dall’Unione Europea, ignorando dati che dimostrano chiaramente come un aumento mirato della spesa pubblica possa generare crescita e stabilità economica.

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