“Mancano lavoratori”: smontiamo – coi dati – la frottola che spernacchia i giovani in fuga dall’Italia

Secondo i dati Istat, il 63,3% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni vive ancora in casa con i genitori, spesso a causa di difficoltà economiche. Tra questi, 2,5 milioni sono occupati, 1,3 milioni cercano il lavoro, 2,5 milioni studiano. A partire dal 2025 la legge di bilancio ridurrà le detrazioni fiscali per i figli a carico solo fino ai 30 anni, escludendo quelli disabili, con un risparmio per le casse dello Stato di circa 320 milioni all’anno. Al Sud, il 68% dei giovani rimane con i genitori, aggravato dalla disoccupazione giovanile elevata e dalla presenza di un fenomeno che in economia viene chiamato NEET, cioè Not in Employment, Education or Training, cioè persone che non sono in occupazione, che non studiano, che non stanno facendo formazione, cioè persone che non fanno nulla.

La Manovra include anche misure per supportare l’autonomia abitativa. Il fondo di garanzia per la prima casa, con copertura fino all’80% per gli under 36, e una deduzione fiscale fino a 5.000 euro per i neoassunti, con un trasferimento superiore a 100 km.
Ma le difficoltà sono gravissime.

Il tasso di disoccupazione giovanile sarebbe sceso al 18% circa nel 2023, ma è molto elevato rispetto alla media europea. I consumi dei giovani sono diminuiti del 7,7% negli ultimi dieci anni, riflettendo l’aumento del costo della vita che influisce anche sui progetti di vita come il rinvio della maternità per le donne, il calo di fertilità a 1,2 figli per donna.

In Italia 1,3 milioni di giovani cercano lavoro, almeno 2,8 milioni di giovani sono emigrati da questo Paese, sono scappati con le mani nella testa, con un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti in Europa, un livello di precarietà spaventoso. Eppure da Il Sole 24 Ore ci viene ancora raccontato che, con consumi e salari bassi, “mancano lavoratori“. E sì, cari amici del Sole 24 ore, ve lo racconto io che mancano i lavoratori perché mi sa che voi in un’azienda non ci siete mai stati, un’azienda vera, un’azienda di produzione, quelle nelle quali io faccio consulenza tutti i giorni.

Aziende di produzione, commercio, servizi, artigianato, agricoltura: mancano i lavoratori e non si riescono a trovare. E io tutti i giorni parlo con imprenditori. Uno dei problemi più gravi che hanno gli imprenditori è che non trovano manodopera qualificata italiana. Perché?
Perché politiche di immigrazione selvaggia degli ultimi 10, 15, 20 anni hanno prodotto un livellamento dei salari verso il basso che era quello che si voleva fare e oggi ne paghiamo le conseguenze. E lo so, dico cose antipatiche, ma gli imprenditori non trovano lavoratori. Sappiatelo.

Malvezzi Quotidiani – L’economia umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi