Il celebre calendario Pirelli è tornato al centro dell’attenzione con un’edizione che ripropone il nudo come elemento artistico e comunicativo. Tuttavia, l’introduzione di tematiche come la “sfida al patriarcato”, evidenziata anche da alcune scelte estetiche e dichiarazioni legate alle immagini, ha riacceso il dibattito su estetica, arte e ideologia.
Al centro della discussione la possibilità che una fotografia, per sfidare il patriarcato, debba mostrare il corpo femminile in pose provocatorie. Questo, secondo Duranti, rispecchia una società distopica dove l’arte rischia di perdere la sua funzione originaria, schiacciata sotto il peso di significati imposti.
Maddalena Loy, intervenuta nel dibattito, ha criticato il “pensiero binario” che costringe a schierarsi senza lasciare spazio all’argomentazione e al confronto. Questa polarizzazione, secondo lei, impedisce la crescita intellettuale e il progresso, lasciando la società impantanata in una dialettica sterile.
Il rischio è quello di ridurre questioni complesse a slogan ideologici. La vera sfida, sostengono, dovrebbe essere quella di tornare a una dialettica costruttiva, libera da pregiudizi e semplificazioni.
Questo clima di “tifo ideologico”, come lo definisce Loy, rischia di bloccare ogni forma di confronto utile, relegando il dibattito pubblico a un’arena in cui non si discute più per capire, ma solo per prevalere. Un futuro migliore, forse, richiederà di guardare oltre gli schieramenti e riscoprire il valore del dialogo autentico e del pensiero critico.