Alessio Tacchinardi è uno dei grandi nomi del calcio italiano, un vero protagonista che ha scritto pagine importanti della nostra Serie A. Cresciuto calcisticamente nell’Atalanta, ha raggiunto la consacrazione con la maglia della Juventus, dove ha militato per ben 13 stagioni. Con i bianconeri ha vinto tutto: sei Scudetti, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale, affermandosi come uno dei centrocampisti più completi della sua generazione. Ha parlato ai microfoni di Radio Radio Lo Sport di Juventus, Milan e delle sorprese di questo campionato.
Chi ne esce peggio dal pareggio tra Milan e Juventus?
“Io penso che esca peggio il Milan. Aveva un’opportunità importante contro una Juve in difficoltà, soprattutto per le assenze nel reparto offensivo. Si parla tanto di mercato, ma la verità è che al Milan manca un centravanti in grado di dare ossigeno a chi già c’è, magari per situazioni come una squalifica o un infortunio. Inoltre, diversi acquisti non stanno rendendo come ci si aspettava: Douglas Luiz non si è praticamente mai visto, Nico González è stato poco incisivo e Koopmeiners non è il giocatore che abbiamo ammirato all’Atalanta.
Il Milan aveva l’obbligo di fare di più, soprattutto giocando in casa. Invece, ha perso un’altra occasione. La Juve, dal canto suo, esce con il bicchiere mezzo pieno: non doveva perdere e ha tenuto il passo delle prime. Ma se guardiamo alla partita in sé, entrambe le squadre hanno giocato male”.
Questo Milan sembra non riuscire a fare il salto di qualità. Cosa manca secondo te?
“Manca la capacità di vincere le partite sporche, quelle brutte. Il Milan è forte quando gioca in maniera pulita, quando attacca, ma manca quella cattiveria agonistica che ti permette di portare a casa punti anche in giornate difficili. A Madrid, per esempio, ha dimostrato di essere una squadra forte, ma poi non riesce a mantenere quel livello di gioco e determinazione. Anche sabato, offensivamente, è stato inguardabile”.
Cosa manca alla Juventus per rendersi davvero competitiva?
“La Juve sta facendo un discreto campionato. All’inizio si vedeva un’idea di calcio più dinamica, veloce e intensa. Ora però c’è un rallentamento: il possesso palla è diventato lento, e le occasioni da gol sono poche. In attacco mancano soluzioni. Difensivamente la Juve è solidissima. Ma per competere davvero ai vertici, servono miglioramenti offensivi”.
Dove pensi possa arrivare questa Juventus?
“È difficile dirlo. Ad oggi è una squadra discreta, giovane, con buoni margini di crescita ma anche molte incertezze. Manca un leader carismatico e l’esperienza necessaria per affrontare una stagione importante. Mi auguro che il mercato porti rinforzi, soprattutto in attacco. Al momento, però, non vedo una Juve in grado di colmare il gap con squadre già pronte come l’Inter o il Napoli”.
Un commento su Atalanta, Lazio e Fiorentina?
“L’Atalanta mi ha impressionato. Dopo un inizio difficile, è tornata a macinare gioco e idee con grande forza e verticalità. Gasperini è un fenomeno: continua a tirare fuori il massimo dai suoi giocatori. Non so fino a dove potrà arrivare, ma oggi è una realtà concreta.
Per quanto riguarda la Lazio, mi entusiasma. È una squadra giovane, con fame e idee chiare. Merito di una società che ha saputo costruire un gruppo perfettamente in sintonia con il tecnico. Gioca uno dei calci più belli e veloci in Italia.
La Fiorentina, invece, è un esempio di come la testa possa cambiare un giocatore. Hanno recuperato elementi che sembravano non più all’altezza, e ora stanno facendo cose eccezionali. Complimenti anche a loro”.