“La visione ideologica vorrebbe risolvere la questione femminile lottando contro il patriarcato. Ma come fenomeno giuridico è finito con la riforma del diritto di famiglia del 1975”
Così il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara aveva parlato la scorsa settimana durante la presentazione alla Camera della Fondazione Giulia Cecchettin. “Una volta era frutto di una concezione proprietaria della donna, in specie in famiglia una concezione proprietaria della moglie. Oggi sembra più il frutto di una grave immaturità narcisista del maschio che non sa sopportare i “no””. Le affermazioni del ministro hanno scatenato l’indignazione generale. “Un intervento imbarazzante”, ha commentato Laura Boldrini. Frutto di altre polemiche è stata la precisazione del ministro: “Occorre non far finta di non vedere che l’incremento dei fenomeni di violenza sessuale è legato anche a forme di marginalità e di devianza in qualche modo discendenti da una immigrazione illegale”.
Elena Cecchettin, sorella della 22enne uccisa l’11 novembre 2023, ha scritto su Instagram: “Se invece di fare propaganda alla presentazione della fondazione che porta il nome di una ragazza uccisa da un ragazzo bianco, italiano e ‘per bene’, si ascoltasse, non continuerebbero a morire centinaia di donne nel nostro Paese ogni anno”.
Luca Ricolfi, sociologo e politologo, ha commentato la vicenda a Piazzapulita.
“L’avete quasi accusato di negazionismo perché aveva negato l’esistenza del patriarcato ma questa tra i sociologi è una cosa ovvia. C’è solo il maschilismo, il patriarcato in Italia c’è nelle famiglie degli immigrati.
E’ molto importante per la causa delle donne: dove c’è il patriarcato vero è nelle famiglie in cui c’è il patriarca, l’autorità paterna e genitoriale che in Italia non c’è più da decenni. Però c’è una comunità di famiglie di tipo islamico o tradizionale dove il patriarcato c’è”.
Il suo intervento da Stefano Molinari.
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