Schiaffo alla Corte Penale internazionale dall’Italia: “Qui Netanyahu è il benvenuto”

“In Italia, Netanyahu è il benvenuto”. Sono queste le surreali e palesemente inqualificabili parole pronunziate da Matteo Salvini in relazione al mandato di cattura emesso dal Tribunale dell’AIA contro il criminale di guerra israeliano Netanyahu. Giorgia Meloni, per parte sua, si è mantenuta su una linea tutto sommato più sobria, se paragonata a quella iperbolica di Salvini.

Una linea più sobria ma comunque, sia chiaro, deplorevole. Giorgia Meloni, infatti, ha asserito che Netanyahu non è come Hamas. Insomma, il governo italiano si rivela una volta di più un governo palesemente giullaresco, del tutto allineato all’ordine disordinato della globalizzazione neoliberale, turbocapitalistica e americanocentrica.

Globalizzazione a stelle e strisce la quale condanna il terrorismo di Hamas e finisce per giustificare deplorevolmente quello di Netanyahu. Sulle politiche imperialistiche e genocidarie di Israele, il governo italiano si sta rivelando ogni giorno più pietoso, da che si rivela succube della narrativa dominante, narrativa in grazia della quale Israele deve godere di una sorta di impunità permanente, tale che ogni suo crimine viene immancabilmente giustificato come diritto di difesa e come lotta al terrorismo. Bisognerebbe ancora una volta mostrare come il diritto di difesa di Israele è già trapassato senza soluzione di continuità nel diritto per Israele di aggredire Stati altri, come l’Iran o la Siria.

E bisognerebbe altresì adombrare come il diritto di Israele di lottare contro il terrorismo abbia posto in essere una forma di lotta che è essa stessa ormai palesemente indistinguibile dal terrorismo stesso. Ordunque, in quanto italiani, tutti abbiamo oggi il dovere di asserire forte e chiaro che Netanyahu non è affatto il benvenuto in Italia. E che anzi, vivamente speriamo che egli venga presto processato per i crimini ignobili e infami di cui si è macchiato e di cui si sta tuttora macchiando. Peraltro con l’oscena complicità della cosiddetta comunità internazionale, un altro nome ipocrita per l’Occidente, o meglio, per l’Uccidente liberal-atlantista, spietata macchina da guerra che continua a operare in maniera orwelliana in nome dell’imperialismo etico, con i bombardamenti umanitari, con i missili democratici e, dulcis in fundo, con gli embarghi terapeutici.

Orwell davvero appare sempre più come un dilettante in relazione alla situazione presente, che è squisitamente orwelliana più di quanto lo stesso Orwell potesse immaginare. La civiltà del hamburger continua a essere salutata come la forza del bene, in un clima destoricizzato e palesemente teologico, in cui il bene e il male si contrappongono in forma astratta e il bene viene sempre immancabilmente riconosciuto, qualunque cosa faccia, nella civiltà del dollaro. Per converso, il male viene riconosciuto sempre immancabilmente in chiunque provi a resistere all’imperialismo etico e alla libido dominandi della civiltà dell’Hamburger.

Civiltà dell’hamburger rispetto alla quale, l’abbiamo sottolineato a sufficienza, Israele non è se non l’alleato più fermo e più solido. E Israele, non passi inosservato, si sta macchiando di colpe davvero gravissime, di fatto compiendo un vero e proprio massacro genocidario contro la popolazione di Gaza.

Massacro di cui l’Occidente, anzi l’Uccidente, non vuole nemmeno si parli.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro