La BCE annuncia il quarto taglio dei tassi: arriva altra aspirina per il malato cronico

La Banca Centrale Europea ha annunciato il quarto taglio dei tassi dall’inizio della fase espansiva, riducendo il tasso sui depositi di 25 punti base, portandolo al 3%, mentre prima era al 3,25%.

La decisione era attesa dai mercati, anche se una minoranza aveva ipotizzato un taglio più deciso di 50 punti base. Durante la riunione il Consiglio ha discusso ancora una volta i rischi futuri con le solite colombe favorevoli a ulteriori riduzioni per stimolare l’economia e i soliti falchi che invocano la prudenza sostenendo che sia meglio preservare margini di manovra per eventuali emergenze future. Le nuove stime di crescita e di inflazione presentate dalla presidente della BCE, Christine Lagarde, mostrano un quadro preoccupante.

Nonostante il più 0,4% del PIL, ripeto 0,4, cioè siamo fermi nel terzo trimestre del 2024, le prospettive economiche restano in peggioramento. I falchi, come Isabel Schnabel, avvertono che i tagli dei tassi da soli non rilanceranno gli investimenti, in callo del 3,1% per le imprese e dello 0,2% per le famiglie a ottobre. Ma servono riforme strutturali.

Sapete ormai da questa rubrica che ogni volta che io sento la parola riforme vi invito a trasformarla col Google Translator in “fregature”. Le colombe, guidate dal governatore italiano Fabio Panetta, chiedono invece di superare l’attuale politica restrittiva per contrastare i venti contrari come la guerra ai confini, l’instabilità politica, le tensioni con il nuovo Presidente degli Stati Uniti (che ha annunciato un atteggiamento poco collaborativo verso l’Europa, e vorrei ben vedere questa Europa di matti).
Con l’ennesimo taglio dei tassi la Banca Centrale Europea continua a somministrare aspirine a un malato cronico.

E nuovamente, secondo l’ANSA, senza riforme strutturali (o fregature strutturali), ogni intervento rimarrebbe un palliativo temporaneo.
Agli imprenditori veri non gliene frega assolutamente niente di questi discorsi di politica e geopolitica. O meglio, li subiscono come una condanna necessaria, ma non hanno nessuna fiducia nel fatto che la politica capisca i problemi delle imprese. Ricordatevi che se non lavorano le imprese, non mangiano le famiglie.

Malvezzi quotidiani – L’Economia Umanistica spiegata bene con Valerio Malvezzi