Sarri si è preso una grande rivincita nei confronti di chi lo ha criticato in Inghilterra e una grande soddisfazione nei confronti di chi non lo ha capito in Italia. Già, perché non si può non ripartire da lì: da chi, quando era a Napoli, lo ha messo sotto <processo> per aver mollato tropo presto l’Europa nel tentativo quasi riuscito di interrompere l’egemonia della Juve in campionato.
Si diceva che lui, Sarri, non era in grado di gestire il doppio impegno e di essere tarato per poter competere soltanto in una competizione. E invece la dimostrazione che quella scelta diciamo così strategica di Napoli era quasi obbligata dalla differenza di valori con i bianconeri è arrivata appunto nel suo primo anno inglese, con un trofeo alzato al cielo proprio in Europa. Il Chelsea nel secondo tempo contro l’Arsenal è stato strepitoso e in ogni azione si è vista la mano del suo allenatore, uno capace di dare uno spartito ai suoi giocatori senza mai snaturare o soffocare le qualità individuali.
Insomma, un successo che è anche e soprattutto suo, con un campione come Hazard a sublimare il calcio dell’ex tecnico napoletano. E’ lui, Maurizio Sarri, il grande protagonista di questa Europa League.
Alessandro Vocalelli