La fuga è finita

E’ finita. Oggi intorno alle 12:30 Cesare Battisti rientrerà in Italia e inizierà a scontare la sua pena. Il suo volo, decollato da Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, dove ieri è stato catturato, arriverà all’aeroporto di Ciampino. L’ex terrorista sarà quindi portato direttamente al carcere di Rebibbia. Ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Battisti è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi. Dopo essere evaso da un carcere italiano, Battisti si è rifugiato in Francia, Messico e Brasile fino alla fuga in Bolivia lo scorso dicembre dopo l’ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer.

La decisione di trasferire direttamente dalla Bolivia all’Italia Cesare Battisti, senza fare un passaggio in Brasile, è stata presa dopo che le autorità di La Paz hanno emesso un decreto di espulsione immediata dal Paese, spiegano all’Adnkronos fonti informate, sottolineando che da parte del premier Giuseppe Conte, nel corso di una telefonata con il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, era stata data la più ampia disponibilità all’ipotesi del trasferimento in Brasile dell’ex terrorista per poi estradarlo da lì in Italia.

Ma dopo la telefonata, da La Paz è arrivata la notizia del decreto di espulsione immediata nei confronti di Battisti, cui si è ritenuto di dover dare seguito per evitare di aprire un ulteriore problema legale. Tra l’altro, l’ex terrorista era in stato di fermo che, nel caso in cui fossero passate troppe ore, avrebbe dovuto essere tramutato in stato di arresto, con il rischio di un ulteriore allungamento dei tempi. Mentre l’obiettivo delle autorità italiane era di riportare al più presto a Roma Battisti.

La soluzione di una partenza direttamente dalla Bolivia è stata accolta favorevolmente dal presidente brasiliano Bolsonaro. In base a un accordo del 2017 tra Roma e Brasilia, infatti, dal momento che in Brasile non esiste l’ergastolo, era stato stabilito che l’ex terrorista avrebbe scontato la pena massima dell’ordinamento brasiliano, 30 anni di carcere. Un vincolo che ora, con la partenza da Santa Cruz de la Sierra, non dovrà essere rispettato.

Battisti è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del ’78, e quello dell’agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del ’79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell’uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest’ultimo caso, poi, all’omicidio si aggiunse un’ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere Alberto fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si è sempre detto innocente.