Battisti atterrato a Roma

Dopo 37 anni di latitanza è tornato in Italia e inizierà a scontare la sua pena

Cesare Battisti dopo 37 anni di latitanza è tornato in Italia e inizierà a scontare la sua pena. Il Falcon con l’ex terrorista a bordo, decollato da Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, è atterrato poco dopo le 11,30 all’aeroporto di Ciampino tra una folla di cronisti, fotografi e operatori tv. Ad ‘accoglierlo’ ci sono il ministro della GiustiziaAlfonso Bonafede e il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini. Alle 14 è poi prevista una conferenza stampa a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Battisti sarà ora portato direttamente al carcere di Rebibbia.

Ex membro dei Proletari armati per il comunismo (Pac), Battisti, catturato ieri a Santa Cruz de la Sierra, è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi. Dopo essere evaso da un carcere italiano, Battisti si è rifugiato in Francia, Messico e Brasile fino alla fuga in Bolivia lo scorso dicembre dopo l’ordine di arresto emesso da Luiz Fux, giudice del Tribunale Supremo brasiliano e il decreto di estradizione firmato dal presidente uscente Michel Temer.

ISOLAMENTO E CELLA SINGOLA– Battisti dovrà scontare l’ergastolo ostativo. Il caso dell’ex terrorista rientra in quelli “del 4bis dell’ordinamento penitenziario”, ossia il suo curriculum criminale non consente di ottenere, al momento, una serie di benefici, riferiscono fonti giudiziarie milanesi. Dovendo scontare la pena all’ergastolo, Battisti sarà probabilmente sottoposto a 6 mesi di isolamento diurno in cella singola. Queste, a quanto si apprende, le procedure di arresto previste. Sarà il Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, a decidere quale sarà il carcere in cui l’ex terrorista dovrà scontare il suo ergastolo. Una volta atterrato a Ciampino, sarà trasferito a Rebibbia, in quanto istituto penitenziario più vicino, ma la sua collocazione definitiva sarà decisa in seguito, spiegano fonti giudiziarie milanesi.

COME E’ STATO CATTURATO – A incastrare Battisti è stata la tecnologia, svelano il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna. E stata usata “una tecnologia molto avanzata, è stata seguita la scia internet, la localizzazione”, ma preferiscono non aggiungere altro visto che si tratta di un elemento che potrà portare a nuovi risultati. I magistrati confermano che ci saranno “ulteriori indagini” su eventuali complici, ma per capire a chi spetterà la competenza a indagare “aspettiamo un rapporto della polizia giudiziaria”. 

“La svolta è stata a livello politico: se non c’era Bolsonaro poteva stare tranquillo in Brasile”, spiegano il procuratore generale di Milano Roberto Alfonso e il sostituto pg Antonio Lamanna commentando la cattura dell’ex terrorista. “Decisiva è stata la collaborazione con la polizia brasiliana, che ha attivato dei canali propri, e il risultato è arrivato con la collaborazione di tutti. Il nostro intervento è stato fondamentale, è stato un gioco di squadra con un ruolo molto importante della Digos di Milano. Dal punto di vista del lavoro – concludono – siamo soddisfatti”. 

LA RABBIA DEL FRATELLO DI BATTISTI Vincenzo, fratello di Battisti, dice all’Adnkronos: “Tra poco in aereo rientra a Roma Cesare, mio fratello, e così abbiamo risolto tutti i problemi dell’Italia, le pensioni, il debito, tutto risolto con Battisti…”. “Non aggiungo altro – conclude -, ha già detto tutto il ministro Salvini…”.

CHI E’ – Battisti è stato condannato in Italia a due ergastoli per quattro omicidi: in due di essi, quello del maresciallo Antonio Santoro, avvenuto a Udine il 6 giugno del ’78, e quello dell’agente Andrea Campagna, avvenuto a Milano il 19 aprile del 1979, il terrorista sparò materialmente. Nell’uccisione del macellaio Lino Sabbadin, a Mestre, il 16 febbraio del ’79, invece, Battisti fece da copertura armata al killer Diego Giacomini e, nel caso dell’uccisione del gioielliere Pierluigi Torregiani, avvenuta a Milano il 16 febbraio del ’79, venne condannato come co-ideatore e co-organizzatore. In quest’ultimo caso, poi, all’omicidio si aggiunse un’ulteriore tragedia: nel corso della colluttazione, il figlio del gioielliere Alberto fu colpito da una pallottola sfuggita al padre prima che questi cadesse e da allora, paraplegico, è sulla sedia a rotelle. Pur riconoscendo di aver fatto parte dei Pac, Battisti si è sempre detto innocente.