Partiamo da un presupposto, ovviamente famo per buona l’ipotesi dello scambio: comunque vada, la Juventus non ci avrà rimesso.
Ai bianconeri il certo, cioè un difensore nel pieno della maturità atletica e agonistica, dal rendimento comprovato e dall’affidabilità assoluta, pur contemplando nel ‘pacchetto’ la non elevatissima soglia del dolore.
Alla Roma con il profilo (speriamo asciugato nel frattempo) che attaccante arriverebbe? Su questo vale la pena di impostare il nostro ragionamento, senza preconcetti dati dal momento di carriera e senza, d’altro canto, lasciarsi incantare dall’importanza del nome di Gonzalo Higuain.
I più perplessi, quando non addirittura negativi, di fronte all’eventualità dell’affare (per chi? Lo scopriremmo solo vivendo, se si facesse) parlano del centravanti argentino come di un relitto, buono per il cimitero degli elefanti; in realtà, la sua anagrafe dice trentuno anni. Momento di carriera che, ritrovando le motivazioni, può risultare ancora fulgido, con tutta la varietà del repertorio di questo grande attaccante, che sa essere realizzatore dal repertorio variegato e co-costruttore della manovra offensiva per il modo in cui difende la palla e, all’occorrenza, la ‘reinventa’ a beneficio dei compagni di reparto. Quando è stato che la sua carriera ha intrapreso una china discendente? Poco dopo l’inizio, decoroso, dell’esperienza milanista in prestito.
Perché a Londra il bilancio è stato deficitario, alla fine?
Chiedete a Sarri, ai muri dello spogliatoio del Chelsea, a chi ha colto gli spifferi.
Non può interessarci più di tanto; di certo ricominciare da una grande piazza, con una tifoseria affamata di un ritorno ad ambizioni perlomeno accettabili, può essere uno stimolo per un (grande, vale la pena ribadirlo) attaccante che, ove rimotivato e riprogrammato dal punto di vista atletico, può offrire ancora una parte dei suoi momenti migliori, da tradurre in gol e spettacolo.
Però, potrebbe chiedersi più di qualcuno, perché deve essere la Roma ad assumersi il 99% del margine di rischio dato dall’incertezza dello scambio?
Perché la controparte è la Juventus, nata col coltello dalla parte del manico e perché, soprattutto, questa è una delle poche occasioni per portare a Roma un nome in grado di convincere un po’ di gente a compiere l’ennesimo atto di fede di acquistare un abbonamento.
Paolo Marcacci
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