Capi…tanato

Caro Francesco Totti, leggo che tutti ti chiamano Checco, Capità, Francè. Come se tutta Roma avesse mai mangiato nello stesso piatto con te, almeno la parte Giallorossa. Eppure questo è stato da sempre il tuo peccato originale, da giocatore prima, poi da Capitano ora da dirigente. Ecco parliamo di questo: Totti dirigente.

Voglio dire ciò che penso, ciò che è trapelato: poco professionale, poco dedito alla voglia di imparare, poco incline al sacrificio. L’obiettivo doveva e poteva essere: acquisire quei requisiti che ti avrebbero consentito di poter alzare la voce a Trigoria, gridare fino al punto di farti sentire a Londra. Dire a quel Franco “a Baldì Io so pronto armiamoci e Ri…partiamo
Invece ti sei messo sulla riva del Fiume, senza la canna da pesca e senza esche. Come fanno così i pesci ad abboccare?
Sono passati due anni e ora deponi le armi.

Perdonami France’, ma forse le armi per combattere questa nuova battaglia fuori dal terreno di gioco, non le hai mai avute o non le hai mai cercate? Probabile anche che non ti abbiano messo nelle giuste condizioni. Per andare in giro con la pistola però, servirebbe il porto d’armi. Passami la metafora forzata… il famoso “Lupo“ che si morde la coda.
Dettagli che mi hanno sempre fatto riflettere: durante ogni tua esibizione extra A.S. Roma , mi riferisco a partite di Calcetto, Calciotto e Paddle eri sempre sorridente e stimolato. Se fossi stato il tuo “capo” ti avrei fatto una domanda: “Ma come mai quando sei fuori da Trigoria trasmetti energia e al contrario quando vivi in quelle mura sei spento?

Durante le partite ufficiali vieni visto spesso in tribuna con il cellulare in mano, come a mostrarti disinteressato di come stia giocando la tua squadra? Come mai la settimana prima di Porto-Roma e del Derby, il momento clou della stagione della tua amata Roma postavi foto sulla neve? Credi in questo modo di aver trasmesso la grinta necessaria ai tuoi ex compagni e alla tua amata maglia ? Con le parole magari volevi trasmettere il giusto messaggio, ma nei fatti questo non è filtrato. Dire in questo momento se Pallotta James sia un buon Presidente, sinceramente dal mio punto di vista cambia poco. Potrei aggiungere che per motivi professionali mi capita di abitudine di interfacciarmi col Presidente della Roma, ma per altrettanti motivi ovvi, i nostri colloqui debbono restare privati. Detto questo, le convinzioni espresse sin qui, sono state dettate dall’amor di maglia e non dal doverismo aziendale! Se hai voglia di farlo Francesco, riflettici.

Io da ipotetico Presidente della Roma me la sarei presa con te, perché solo tu più di tutti, avresti dovuto dare l’anima anche nel momenti cruciali. Invece è sembrato sia accaduto l’esatto contrario.
Butto lì un’idea, magari sciocca, per mostrare che Baldini & Co. sbagliavano di grosso, me ne sarei andato a vedere come lavorono i vivai dell’Ajax e dell’Atalanta, sarei andato a vedere cosa fanno nel marketing del Real Madrid e delle due squadre di Manchester (pensa stanno nella stessa città). Non ti offendere, spesso hai preferito il Paddle! Tua scelta figurati, apparsa in contrasto però con la voglia di fare il dirigente nella Roma…

Ti lascio con una citazione di una grande persona e di un grande Presidente, vincente:
Dino Viola: “Non si devono divinizzare i giocatori, quello che raccoglie il sudore è la maglia”.

Enrico Camelio


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