Classe 1987: troppo anziano, a trentadue anni? Certamente no. Ormai demotivato a livello agonistico? No, perché altrimenti non vorrebbe percorrere la via (della seta) del ritorno. Anzi, a livello motivazionale è una garanzia questo suo essersi già stancato del Dalian.
È ovvio che le perplessità siano legittime e comprensibili, però la Roma, nelle ultime due sessioni estive di mercato, ha concluso ‘affari’ molto più improbabili e con una soglia di incertezza molto più alta, oltre che con un esborso economico sempre rilevante, a volte persino esorbitante: Pastore, che nel migliore dei mondi possibili sarebbe proprio la pedina di scambio nell’eventuale trattativa, è il paradigma ideale (suo malgrado) di tutte queste considerazioni.
Perché sì, dunque: perché è certamente stato, ma vista l’età non avanzata calcisticamente può tornare a essere un giocatore autorevole; perché sulla personalità (grande carenza del gruppo – Roma degli ultimi anni) non si discute e perché la sua ‘fame’ agonistica sarebbe un buon biglietto di presentazione.
Non stiamo nemmeno a precisare la cifra tecnica importante e la conoscenza assoluta del campionato italiano.
Fidatevi: si fanno nomi molto, molto più fantasiosi per il mercato e per il centrocampo in particolare della Roma di Fonseca. Dove giocherebbe nel 4-2-3-1 di Fonseca? L’ultimo Hamšík (ah già, finora non lo avevamo nominato!) visto a Napoli aveva scalato molti metri all’indietro, da mezzala che era, quindi diremmo o tra i due in mediana o tra i tre davanti, all’occorrenza. In quest’ultimo caso, con una certa rilevanza anche in fase realizzativa.
Tutte ipotesi, per carità, ma a una Roma ancora gracile un po’ di Marek farebbe bene.
Paolo Marcacci