La Stanza Sociale (Social Room) di Radio Radio apre le sue porte ai fatti internazionali: oggi con Diego Fusaro parliamo di Giubbe Gialle
Mentre in Francia i cittadini si vestono di giallo (gilet gialli) e invadono le strade, in Italia a protestare sono solo i sindaci; la cittadinanza, l’unica realmente deputata alla ribellione, rimane silente.
Com’è possibile un tale ribaltamento della natura stessa della protesta?
Con Diego Fusaro condividiamo un nuovo momento di riflessione su questo tema e gli spunti offerti dalla quotidianità.
“La protesta delle Giubbe Gialle in Francia si rivolge direttamente contro il cuore della globalizzazione, contro l’iniquo rapporto classista economicista del nuovo capitalismo globale“. Il carburante e lo scontento verso Macron sono, secondo il filosofo e saggista Diego Fusaro, soltanto “la fiamma che ha fatto divampare l’incendio”.
La protesta in realtà va a toccare una serie di nodi problematici decisivi del rapporto di forza capitalistico globale, e la dimostrazione sta nel programma politico che le giubbe gialle hanno elaborato.
Un programma politico che, a guardarlo bene, si adatta talmente tanto alla realtà socio politica italiana che basterebbe solo tradurlo dal francese per farlo calzare perfettamente.
Perché manifestare contro Macron?
Perché, spiega Fusaro “è il prodotto in vitro dell’élite turbo finanziaria e global capitalistica“, è il diretto rappresentante di quel potere che fa uso della paura come tecnica di seduzione delle masse. Attraverso lo spauracchio dell’antifascismo in assenza di fascismo, cioè, si canalizza l’attenzione del popolo su un nemico nuovo, esterno alla realtà locale, che lo distrae da quei problemi che invece lo riguardano direttamente e rispetto ai quali dovrebbe muoversi in rivolta.
“Se le parole hanno ancora un senso e il fascismo è identificato tout court con la violenza – continua il filosofo – allora oggi il vero fascismo è quello del libero mercato deregolamentato” che genera, nella fattispecie dei Gilet Gialli, un grande paradosso, perché “…il capitalismo viene indossato per combattere il capitalismo; le giubbe gialle utilizzano come loro uniforme quella che il capitalismo stesso offre loro già pronta su misura: la giubba gialla che ciascuno di noi trova nelle macchine di marca capitalistica”. Il desiderio di riconoscimento comune, di una divisa che li identifichi come gruppo, tuttavia, surclassa il paradosso e diventa simbolo di lotta nazionale popolare che unifica le classi lavoratrici e i ceti medi nello scontento.
Il movimento di protesta francese è, dunque, un grande esempio per tutta Europa: “Le Giubbe Gialle io non le giustifico – precisa il saggista – le esalto! Stanno educando i popoli all’esigenza di una rinascenza dello spirito rivoluzionario contro un capitalismo ormai insostenibile“. Il vero nemico, cioè, dell’Europa e di tutti i cittadini.
E’ difficile non essere d’accordo, ma è diverso immaginare che ciò possa portare a una qualsivoglia soluzione ad alcuni dei problemi che ci attanagliano; solo una speranza.
La ricetta segreta per il rilancio dell’Europa e della dignità di tutti i Popoli che la compongono, ognuno con le sue caratteristiche e straordinarie diversità, dovrà passare attraverso nuovi governi di persone maggiormente illuminate e soprattutto libere dalla schiavitù psichica del narcisismo e dell’avidità.
Sogno? Utopia? Illusione?
Se ci rassegneremo di sicuro lo saranno, se invece terremo alta la “guardia” qualcosa di buono può accadere; l’esempio dei Gilet Gialli deve in tal senso farci riflettere.
Fabio Duranti