La Roma, dal punto di vista tecnico, è in piena attività. Alcuni giocatori importanti sono partiti, altri ne sono arrivati. Ad esempio sono convinto che Veretout sia un ottimo acquisto, un giocatore di grande dinamismo, con la voglia per fare ancora meglio, insomma con molte qualità.
Si sta spendendo molto il direttore sportivo Petrachi a cui va riconosciuto di doversi muovere in condizioni sicuramente non facili e di aver finora interpretato il ruolo con molta passione e con grande dedizione. Ciò che però colpisce nella Roma è la mancanza di comunicazione sulle strategie complessive.
Ci avete fatto caso? Al Napoli c’è De Laurentiis che quasi quotidianamente parla ai tifosi. All’Inter c’è Marotta che interpreta perfettamente e frequentemente il pensiero della proprietà. Addirittura alla Lazio è uscito allo scoperto Lotito, dopo un lungo silenzio, per spiegare da Milinkovic in poi cosa devono aspettarsi i tifosi. Inutile dire che Cairo, Commisso, Percassi, fanno altrettanto, parlando direttamente al cuore della gente.
Alla Roma impazzano le voci, ci si divide sugli effetti e i motivi dell’emissione del nuovo bond, si parla di Trigoria, però sono state interrotte le comunicazioni da parte dei dirigenti, del vertice societario. Dalla lettera di Pallotta è calato in pratica il silenzio, da parte di un club che tra l’altro – sin dal primo giorno della nuova avventura – ha giustamente parlato della necessità di allargare i confini anche attraverso la comunicazione.
Ecco, da una società importante come la Roma sarebbe auspicabile aspettarsi risposte dirette alla gente, per capire qual è il progetto – questo sì un progetto – dal punto di vista finanziario, societario, quali sono le strategie tecniche non soltanto legate a questo o a quell’acquisto, insomma un rapporto diretto col proprio pubblico.
Parlare, confrontarsi, è la prima cosa che – legittimamente – chiedono i tifosi, nell’ambito di quella condivisione che è alla base di un rapporto di passione con i propri colori.