Si è tenuta oggi, a Roma, la conferenza stampa volta a fornire una visione più nitida delle indagini, in corso, sulla morte del carabiniere Mario Cerciello Rega. All’incontro con la stampa hanno preso parte il comandante provinciale dei carabinieri di Roma Francesco Gargaro, il procuratore facente funzioni di Roma Michele Prestipino e il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia, che hanno reso nota la ricostruzione dei fatti.
Molte sono state le domande dei cronisti su alcuni elementi in chiaroscuro che orbitavano intorno a questa vicenda. A parlarne a “Lavori in Corso” è stata proprio una giornalista, Federica Angeli de “La Repubblica”.
Omicidio carabiniere, la riflessione di Federica Angeli sulla conferenza stampa dell’Arma
“Secondo me, ci sono stati tanti errori in questa storia, anche a livello comunicativo, che hanno lasciato molta libertà a dubbi a noi cronisti e alle persone che ascoltavano questa storia” ha detto la giornalista, aggiungendo poi che “da cronista, posso dire che molte zone d’ombra sono stati chiarite. Quello che per me, Federica Angeli, non torna è il tipo d’intervento che è stato fatto per il tentativo d’estorsione“.
“Il mio piccolissimo dubbio è che l’Arma, a fin di bene, per non dare l’immagine di un carabiniere ucciso e del suo collega poco, tra virgolette, ‘professionale’, abbiano omesso determinate cose fino ad oggi, non facendo altro che creare poi dubbi, confusione e sospetti” ha osservato Federica Angeli.
Dal punto di vista giornalistico, l’analisi della vicenda probabilmente si concentrerà, secondo la Angeli, nei prossimi giorni “sull’evoluzione giudiziaria. Credo che questa conferenza stampa abbia voluto mettere un punto e, a meno che non escano altre cose strane dalla Procura, secondo me siamo arrivati quasi al capolinea di questa bruttissima storia“.
Carabiniere ucciso, Massimo Lugli: “L’ordinanza fa giustizia di tutte le ombre sulla vicenda”
Ad intervenire sulla conferenza stampa dell’Arma, volta a rendere nota la ricostruzione dei fatti di giovedì scorso, quando ha perso la vita il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, è stato anche il cronista e scrittore Massimo Lugli.
Interpellato da Molinari su alcuni punti poco chiari all’opinione pubblica della ricostruzione dei fatti di giovedì scorso, il cronista ha risposto che “Oggi sui siti d’informazione leggiamo un’ordinanza. L’ordinanza fa giustizia di tutte le ombre. Resta soltanto questa cosa molto inquietante del ragazzo fotografato con la benda. Certo, è una cosa da chiarire, e sembra che ci sia l’intenzione sia dell’Arma che della magistratura di andare a fondo. Già hanno preso provvedimenti“.
“Riflettiamo su una cosa: perché le forze dell’Ordine non hanno ancora armi non letali, che sono in dotazione in tutte le parti del mondo, in tutto l’Occidente? Perché non hanno la bomboletta che stordisce? Rendiamoci conto che, con strumenti del genere, non staremmo qui a piangere un carabiniere morto” ha osservato poi Massimo Lugli.
In merito alla foto di uno dei due indagati per l’omicidio di Rega bendato e ammanettato, il cronista ha detto: “Ammanettato ci sta tutto, se c’è un minimo di rischio, ma quello di bendare… Proprio stamattina ne parlavo con due amici, un agente e un funzionario di polizia, perché non se ne capisce la ratio. Perché non gli vuoi far vedere gli arti? Basta che lo giri e lo metti con la faccia al muro. Si dice che volevano impedirgli di vedere il computer… Pazzesco, non mi risulta una cosa del genere, è una cosa che ha stupito tutti, ma soprattutto che sia stata scattata una foto“.
Carabiniere ucciso, l’opinione di Roberto Afeltra sulla conferenza stampa dell’Arma
Ad esprimersi su alcuni elementi della ricostruzione della vicenda dell’omicidio di Mario Cerciello Rega e sulle affermazioni che sono state fatte dalle autorità in conferenza stampa è stato anche Roberto Afeltra, avvocato.
In merito alle affermazioni del procuratore facente funzioni di Roma, Michele Prestipino, pronunciate in conferenza stampa, l’avvocato ha spiegato che “con questa dichiarazioni si è voluto dimostrare che in Italia, contrariamente da quello che si legge sui giornali negli Stati Uniti, nei confronti di tutti gli indagati, anche americani – e qui, ovviamente, il rimando importante che in molti hanno già fatto è la situazione Amanda Knox, tanto per essere chiari – tutte le garanzie sono state rispettate. Quindi gli avvisi, le garanzie, l’interrogatorio, l’avvocato di fiducia, l’interprete, la registrazione. Sono cose che vengono fatte sempre, come previsto dalla legge, anche perché, se non ci fossero, sarebbero nulli gli interrogatori, e quindi gli arresti, i fermi“.
“La cosa da sottolineare invece” ha proseguito Afletra “è che in questo caso la Procura della Repubblica ha immediatamente effettuato quest’interrogatorio (ai due indagati per l’omicidio di Mario Cerciello Rega, n.d.r.), perché quello è il momento in cui il fermo si tramuta in misura cautelare e, se non ci fossero stati gravi indizi di colpevolezza, si poteva anche evitare. Questo è stato un grande merito della Procura della Repubblica“.