Quello che (non) abbiamo capito del calciomercato

Chi ci ha capito faccia un passo avanti. Dico del calciomercato, roba che riempie giornali, televisioni, radio e siti pseudosocial, non c’è momento di pausa, si procede a prescindere dalla propria competenza, la sindrome Dunning-Kruger, l’ignoranza della propria ignoranza, ha preso il sopravvento, si dicono e si scrivono cose improbabili e impossibili.

Che pensiamo, ad esempio, della Juventus? Che non riesce a vendere epperò ha comprato roba finissima e questo sarà utile per giocare a football. E il Napoli, secondo in classifica? Cerca di completare la costruzione di una casa a Marechiaro ma non è ancora quello che ha in testa Ancelotti e forse nemmeno De Laurentiis.

Viene, poi in ordine di lista punti, l’Atalanta che si è limitata alla spesa necessaria, tipo Muriel, nulla di più. Quindi la famosissima Inter che ha preso bene, dietro e in mezzo e davanti, tuttavia ha quella roba lì, Icardi Mauro, che si avvicina all’esaurimento nervoso, unilaterale perché l’argentino sembra fottersene e così Conte fuma.

Vengono le altre, della Roma non so bene se sia alta-bassa-larga-stretta, ogni anno dismette figure pesanti e punta su belle gioie acerbe, l’importante è avere fede ma non basta.

La Lazio? Ha preso un difensore ala buonissimo che però si è frantumato la mano, per fortuna sua il football, come dice l’etimo, è sport di piedi, dunque Inzaghi&Lotito stanno quieti. Del Milan non so davvero che cosa dire o pensare, ritiene di avere preso Maldini e Boban come le figurine di un album esaurito, il resto è propaganda di un club che fu. La Fiorentina si esalta per Scarface Ribery, un francese sottovalutato da chi non ne conosce doti e qualità ma siamo nel campo delle promesse e delle premesse. Le altre sono in corsia di marcia, né di sosta né di sorpasso. Aspetto il due di settembre per capire. 

Tony Damascelli