L’11 settembre non è solo la data del tragico crollo delle Torri gemelle di Nuova York. Accanto a quest’evento ve n’è un altro che merita di essere richiamato e che risale al 1973: l’11 settembre di quell’anno venne infatti rovesciato con un colpo di stato il governo sovranista, socialista e populista del cileno Salvador Allende. Con il pieno appoggio degli Stati Uniti andò infatti al potere il dittatore reazionario e liberista Augusto Pinochet.
E’ importante sottolineare quest’evento che ci segnala un aspetto già noto a Gramsci peraltro: quando vi sono socialisti che cercano la via di un patriottismo democratico all’insegna delle nazionalizzazioni e della tutela del basso contro l’alto, del popolo contro le classi dominanti ecco che interviene la monarchia del dollaro, in astratto per portare pace e democrazia, in concreto per rovesciare governi sostituendoli con governi fantoccio che siano loro alleati.
Ciò è quanto continua ad accadere in tutto il mondo dal 1989 in poi, da allora il pensiero liberista continua con le sue campagne imperialiste, santificando l’ordine che ha sede a Washington e che garantisce il primato cosmopolita della monarchia a stelle e strisce.
Ciò che accadde nel 1973 in Cile ci permette di distinguere tra il vero sovranismo, quello di Allende, socialista che difendeva strenuamente il popolo tramite la via nazionale (“Patria o muerte“), l’unica che avrebbe tutelato le classi dominate mediante programmi di nazionalizzazione e interventismo politico nell’economia.
Pinochet presentava invece un sovranismo rovesciato, liberista e asservito alla potenza statuitense, lo stesso sovranismo da oggi falsamente decantato da persone come Bolsonaro, che in Brasile garantisce il primato del globalismo sempre con un occhio di riguardo verso la monarchia del dollaro.
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