Fascismo, Facebook e censura. L’intervista a Fulvio Abbate

Si parla ancora della cancellazione, effettuata negli ultimi giorni, dei profili ufficiali social di alcuni esponenti di Casapound e Forza Nuova. A trattare questa tematica, durante la diretta di “Un giorno speciale” con Francesco Vergovich, è stato lo scrittore italiano Fulvio Abbate.

Diciamolo subito: il fascismo non è un’opinione, è un crimine. Da questo punto di vista, la mia convinzione antifascista è totale e assoluta” ha osservato Abbate, aggiungendo che “in Germania se ti presenti con una svastica, un attimo dopo, dal cielo, un elicottero ti acchiappa con una rete e ti porta in carcere. In Italia c’è un livello di tolleranza nei confronti dell’apologia di fascismo che non è accettabile“.

Ampliando quindi il discorso e parlando dell’utilizzo dei social, si può fare a meno di Facebook? Secondo Abbate, “no, non si può. Ovviamente nel tempo avrà un suo sviluppo, diventerà qualcos’altro, però che cos’è Facebook? Proviamo a dare una risposta. E’ vero che appartiene a una società privata di un certo Zuckerberg, uno studente fuori sede che ha fatto un sacco di soldi, però Facebook è una sorta di balcone. Ha sostituito il telefono, anche nell’uso quotidiano. Se io devo cercare te, che sei un mio corrispondente di lavoro, tu non mi rispondi al telefono. Se ti cerco sulla chat di Facebook, un attimo dopo mi dici ‘eccomi qui“.

Anche nell’uso quotidiano, oltre che espressivo nella comunicazione privata, quella che un tempo avveniva sul telefono, Facebook è diventato primario. Credo che ora si possa dire, effettivamente, com’era il mondo prima e dopo Facebook” ha proseguito lo scrittore, terminando poi il discorso.


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