Continua lo Zibaldone della politica.
Un tempo quando ancora eravamo nazione (perlomeno quasi) pienamente sovrana, che non c’entra nulla con il sovranismo, anche perché uno Stato che possa ritenersi tale è imprescindibilmente sovrano, venivano approvati piani strategici di sviluppo delle infrastrutture, piani di rilancio delle imprese, trattati internazionali tesi alla diffusione dei nostri prodotti sui grandi mercati del pianeta.
Oggi i giornali aprono con la tassa sulle merendine?!.
Ricordo che, quando sgomitavamo per avere il nostro legittimo spazio nelle aree petrolifere già occupate dalle sette sorelle, c’erano persone con la schiena dritta che non avrebbero mai venduto il Paese e non si sarebbero mai venduti per una poltrona, ma soprattutto non avrebbero mai detto di essere onesti per pretendere senza capacità ed esperienza incarichi di rilievo.
Nel passato spesso accadeva che persone geniali assumessero il comando di aziende dello Stato decotte, già adocchiate dai predatori imperialisti, le risanavano e le trasformavano in incrociatori in grado di solcare, senza timore, i mari più tempestosi.
Così nel campo degli idrocarburi, in quello dell’energia atomica, in quello dei futuri computer.
Mentre un tempo, la nostra aviazione a Sigonella ricacciava la Delta Force, oggi le grandi multinazionali del web guadagnano miliardi pagando tasse ridicole, ed il Governo neanche le cita, mentre le testate giornalistiche a sostegno dell’esecutivo bollano come evasori 11 milioni di italiani.
Un Paese con degli amministratori validi dovrebbe pianificare piani di rilancio della crescita, strategie di valorizzazione del patrimonio artistico monumentale, progetti di modernizzazione delle infrastrutture, ottimizzazione delle risorse umane e soprattutto riduzione della burocrazia e degli sprechi.
Nulla di tutto questo?!
L’unica soluzione che i nuovi poltronieri sembrano in grado di individuare, per un paese già profondamente depresso, è introdurre metodi da Gestapo sulla lotta all’evasione delle partite iva, piccoli imprenditori e media impresa.
Dopotutto è lì che i ‘nuovi geni’ hanno previsto di recuperare somme ingenti (non tra i compensi delle multinazionali del web, ad es.).
Un straordinario spaccato tra chi lotta per la sopravvivenza, disperati ormai alla mensa della Caritas, chi alla canna del gas perché fallito e senza speranza, e chi ha ancora la possibilità di potersi permettere un minimo di dignità, senza alcuna garanzia chiaramente, con servizi pubblici spesso scadenti ed una burocrazia folle.
Con la nuova cura espropriativa, quando non estorsiva, gli ultimi sopravvissuti avranno la seria opportunità di raggiungere i propri colleghi all’inferno.
Chiuderanno gli ultimi esercizi commerciali sulle strade, che diventeranno sempre più un deserto, nella soddisfazione generale, così, almeno potranno espiare la colpa di non avere un Santo in paradiso, con miracolosi poteri di raccomandazione.
Sui raccomandati poi, credo sia corretto ricordare che tutti dimenticano e dichiarano il loro merito quale unico ingrediente speso per aver guadagnato magari un posto pubblico.
Anche perché in Italia chi può si fa raccomandare per un buon posto fisso. Tranne qualche eccezione il resto è quasi sempre pura ipocrisia.
Mentre chi non può cerca di inventarsi qualcosa per sopravvivere.
È una questione di Santi, chi ne ha, trova un posto al caldo, al riparo da qualsivoglia turbolenza, chi non ne ha, invece, apre una partita Iva, che quindi, nella maggior parte dei casi è una ‘costrizione’ e non una scelta.
Se poi, una partita Iva proprio non interessasse, anche perché si debbono investire i propri soldi e pedalare (e se non pedali perché per un periodo ne sei impedito, affari tuoi) c’è sempre il reddito di cittadinanza.
Che in termini di dignità non offre nulla, ne ti consente di apprendere (magari esercitandola) una professione, ma alla canna del gas sostituisce finché dura una canna con un po’ di mangime mensile sufficiente a farti sopravvivere, ma non in grado di fornirti le energie psicofisiche necessarie per alzarti dal divano.
Proverbialmente una sorta di aiuto ‘per la discesa’ a chi è già purtroppo disperato.
Sulle tasse poi, se il lavoro non fosse profittevole, lo Stato ti fa la cortesia di limitarsi a chiederti soltanto alcune poste fisse, per il resto occorre sperare nel cielo sempre stellato anche perché se piovesse non resterebbe che un ponte capiente ove dimorare. Dopotutto non servono più neanche le manette agli evasori, credo sia sufficientemente afflittivo trasferire la loro residenza sotto un ponte dove potersi raccontare tante storie di umana disperazione e di vergogna di Stato.
Ricordo che, al tempo in cui ricoprivo l’incarico di vicepresidente di una grande azienda (delle acque) delle partecipazioni pubbliche, assumevano idraulici.
Ebbene per 900 euro al mese gli ‘evasori idraulici’ del mondo privato facevano la fila per poter accedere al posto fisso, mentre a nessuno veniva in mente di intraprendere il percorso inverso.
La statistica fu impietosa il cento per cento delle persone preferiva di gran lunga il posto fisso rispetto ai lauti guadagni garantiti all’evasore.
Nessuno quindi, voleva fare l’evasore!!!
Allora pensai che l’evasione, in alcuni casi, fosse una condizione di necessità se non di sopravvivenza, imposta dallo Stato attraverso tasse ingiustificatamente gravose.
Non quindi una propensione del cittadino, che anzi disdegnerebbe l’evasione, ma una necessità per quei soggetti che non hanno Santi in Paradiso che possano agevolarne l’ingresso all’agognato posto fisso.
Il paradosso è che persino la possibilità di diventare evasore totale in alcuni settori come il commercio e l’artigianato non regge più il confronto con il posto fisso.
Meglio il posto fisso.
Mi risulta pertanto, difficile comprendere perché per trovare i soldi che mancano all’erario occorra spremere ulteriormente, forse sarebbe più corretto dire “dissanguare”, 11 milioni di persone, di cui una buona parte già vive in condizioni miserevoli, tutte peraltro animate da tutt’altra aspirazione, se soltanto ne avessero la possibilità, la stessa di Checco Zalone in “Quo vado”, impossibile da esaudire soltanto perché non hanno Santi in paradiso.
È bene poi ribadire, che questi 11 milioni di potenziali evasori già subiscono, tra l’altro, la concorrenza sleale di non più di 4/5 colossi mondiali del web a cui è liberamente consentito di pagare all’erario importi tanto modesti da considerarsi ridicoli.
Tali intoccabili multinazionali guadagnano chiaramente molto di più degli 11 milioni di cittadini, pronti per l’ennesima spremitura, che in carenza di raccomandazione per un posto fisso molto spesso sono costrette a portare avanti piccole economie, largamente improduttive e massacranti, senza futuro, soltanto per sopravvivere non avendo purtroppo altra alternativa.
È triste dirlo, ma oggi è la Raccomandazione (che ti consente di avere il posto fisso per eccellenza, il posto pubblico) che ti salva dall’Evasione.
Come biasimare quindi, i nostri parlamentari, per l’attaccamento esagerato alla poltrona (mai come in questo periodo) soprattutto se vedono la politica sempre più come un mero posto di lavoro? Almeno per un po’ alcuni di loro non saranno costretti all’evasione od alla disoccupazione.
Che poi, facciano solo chiacchiere, peraltro, sempre più fatue ed inutili, e che non provino più vergogna di nulla, questo è un altro paio di maniche …
Ma di questo avremo modo di parlarne, tanto ‘il nulla’ non scappa …
Soltanto una battuta sul ministro dell’Istruzione che giustifica le assenze dei giovani che vanno alle manifestazioni sul clima.
Forse non ha ben compreso il suo ruolo. E forse non ha neanche una sola idea in testa sulla promozione della formazione scolastica, perché forse figlio esclusivamente di una logica spartitoria.
Il clima figuriamoci se non sia un tema condiviso e degno di attenzione.
Ma lo è anche la lotta alle mafie, alla fame del mondo, e quella contro il cancro, e quella contro il razzismo, e quella contro la pedofilia, e quella per la giustizia … potrei andare avanti per 365 giorni l’anno.
Per il neo ministro quindi, 365 giorni di impegno ‘giustificato’ per gli studenti nei cortei e neanche un giorno di scuola in un anno.
IL NULLA CHE AVANZA SEMPRE DI PIÙ...
Enrico Michetti
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