Banca Centrale indipendente: un altro mito da sfatare

Sfatiamo oggi un altro mito, cioè quello della banca centrale che deve essere un organo indipendente.
Vi fanno credere infatti che questo sia un vantaggio per voi, ma in realtà è una grande fregatura. Spieghiamo il perché.

Da Carlo Magno in poi, come dicevo in una precedente pillola, la moneta diventa nuovamente a controllo pubblico, cosa che porta a uno sviluppo della collettività, viceversa, quando essa è stata a controllo privato c’è stato un inviluppo.
Di fatto però fino a quando in Inghilterra nascono le banche centrali come le conosciamo noi (XVII secolo) la moneta era soltanto un’unità di conto.

C’erano ad esempio gli scellini, che effettivamente servivano a pagare, dall’altra c’erano le sterline, che servivano a fare i contratti. Ma chi decideva il rapporto sterline/scellini (unità di conto/unità di pagamento) era sempre il sovrano, e questo dovrebbe far capire l’importanza della svalutazione e della rivalutazione.

Quando io svaluto vuol dire che ci vogliono più unità metalliche per fare l’unità di conto, viceversa quando rivaluto. Cosa vuol dire? Che in un caso, cioè con la svalutazione, sto avvantaggiando il debitore, perché il debito vale meno.
Con la rivalutazione avvantaggio il creditore, perché il debito vale di più.

Se ne deduce che la moneta debole è a vantaggio del debitore, la moneta forte è a vantaggio del creditore.

Ma l’euro è una moneta debole o forte?
Se prendiamo come punto di riferimento il marco tedesco è molto più debole di quest’ultimo: i tedeschi hanno beneficiato di una moneta più debole di quella che avrebbero dovuto avere, dunque si è incentivata la loro capacità industriale e la loro capacità di esportazione. Gli italiani invece non riescono più ad esportare.

La svalutazione e la rivalutazione della moneta non sono scelte economiche, ma politiche. Perché dunque la banca centrale deve essere indipendente dalla politica?

Malvezzi Quotidiani, come comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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