Ogni giorno di più la situazione generale appare tragica ma non seria, potremmo dire che vi sarebbe da ridere se non vi fosse da piangere.
A tal riguardo voglio evocare un episodio che può ben inserirsi in questo contesto: la stupidità delle sinistre fucsia-arcobaleno, traditrici di Gramsci, di Marx e delle classi lavoratrici sta nel fatto che è stata dichiarata guerra alle partite Iva.
In effetti la lotta contro le partite Iva del governo giallofucsia – che di rosso ha solo il sangue dei lavoratori che scorre copioso – l’hanno anche chiamata “lotta di classe”.
In effetti lo è una lotta, ma dall’alto verso il basso, un’offensiva dell’élite turbofinanziaria contro le masse dannate della globalizzazione infelice, o se preferite, della glebalizzazione.
Basti considerare che la classe lavoratrice (di cui la sinistra si occupava prima di consegnare armi e bagagli alla classe dominante) che ora è condannata al precariato e al lavoro sfruttato e non riconosciuto, è essa stessa destinata ad avere la partita Iva. La lotta delle sinistre fucsia-arcobaleno contro le partite Iva è dunque una lotta contro le classi lavoratrici.
Queste ultime sono state dissolte in una molteplicità primsmatica di atomi erogatori di forza lavoro precaria e flessibile, non godendo più del contratto nazionale di lavoro, ma appunto essendo condannate alla partita Iva, ossia in realtà a false partite Iva che coprono un rapporto di forza subordinato.
Da una parte questo rapporto è, di fatto, quello vecchio contrattuale dei padroni contro gli ultimi, ma si camuffa in rapporto imprenditoriale in cui il lavoratore è una sorta di imprenditore di se stesso.
In ciò sta la beffa: in assenza di un contratto nazionale, in assenza di tutele salariali e sindacali che erano state ottenute nella gloriosa stagione delle lotte di classe da parte della classe operaia, oggi i lavoratori sono dissolti una molteplicità di solitudini erogatrici di forza lavoro malpagata e supersfruttata mediante partite Iva.
Ricade quindi sulle loro spalle la gestione integrale del loro stesso lavoro: ecco l’inganno delle sinistre, convertite dalla falce e martello all’arcobaleno.
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