Vi è un aspetto del movimento delle sardine che merita di essere messo in luce.
Premettendo che la voce delle piazze non si può trascurare proviamo ad interpretare la reale natura del movimento delle sardine.
L’aspetto focale di per capire bene quest’ultimo è il suo antifascismo in assenza di fascismo. Tale antifascismo si estrinseca nel sempreverde canto corale di ‘Bella ciao’ al cui cospetto ogni possibile dissenso deve tacere perché qualora lo si facesse si sarebbe delegittimati come fascisti.
Sia chiaro, in questo mio intervento non parlo dell’antifascismo in presenza di fascismo, cioè del nobile e sacrosanto antifascismo di un Antonio Gramsci o di un Piero Gobetti.
Parlo invece del vigliacco e pietoso antifascismo delle sinistre moderne, che si sta sviluppando oggi a settant’anni dall’estinzione buona e giusta del fascismo.
L’antifascismo in assenza di fascismo è ad oggi una componente del pensiero unico politicamente corretto ed eticamente corrotto. La sua funzione è quella di dirottare l’attenzione dal manganello invisibile dei mercati, che ovunque dilaga, al manganello estinto delle camicie nere.
Il movimento ittico delle sardine non è contro il sistema, ma per il sistema: finge di contestare l’ordine esistente ma in realtà lo conserva.
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