La riforma del MES è il principale argomento di discussione degli ultimi giorni. Il cosiddetto fondo salva-stati è al centro di un grande dibattito, con l’opinione pubblica e gli esponenti politici divisi tra chi lo ritiene indispensabile e chi prevede conseguenze catastrofiche dalla sua adozione.
Lo scontro furibondo sul MES è arrivato a toccare anche le stanze del Palazzo, con il Premier Conte che ha riferito alla Camera circa le accuse dell’opposizione di aver già firmato il documento: “E’ stato detto che il Mes sarebbe stato già firmato, e per giunta di notte. Anche chi è all’opposizione ha compiti di responsabilità”. Ha continuato poi il Presidente del Consiglio: “Una falsa accusa di alto tradimento della Costituzione è questione differente dall’accusa di avere commesso errori politici o di avere fatto cattive riforme: è un’accusa che non si limita solo a inquinare il dibattito pubblico e a disorientare i cittadini, è indice della forma più grave di spregiudicatezza perché pur di lucrare un qualche effimero vantaggio finisce per minare alle basi la credibilità delle istituzioni democratiche e la fiducia che i cittadini ripongono in esse”.
Sul MES, sulla sua firma, sulle accuse al Premier è intervenuto il deputato della Lega Claudio Borghi. Ecco l’intervista a ‘Lavori in Corso’ di Luigia Luciani e Stefano Molinari.
“Come ci ha rivelato il senatore Bagnai il testo del MES, ancora assolutamente provvisorio, fu reso noto a 4 persone il 15 giugno – c’è prova documentale – in una stanza chiusa di Palazzo Chigi in inglese con il divieto di prendere appunti e fare fotografie.
Se il 15 giugno un testo così importante viene mostrato da Conte a 4 persone in queste modalità vergognose – di cui Di Maio era informato perchè era presente Laura Castelli – nessuno può dire che il Parlamento fosse informato.
Pochi giorni dopo Tria e Conte andavano in Europa e oggi scopriamo che approvavano il testo, perchè le fonti del loro gruppo citate oggi confermano che il testo è stato approvato a giugno. Capite quale è l’enorme presa in giro?
Abbiamo un testo di cui il Parlamento non era assolutamente a conoscenza, perchè non basta sapere che esiste il MES, bisogna avere la possibilità di guardare in cosa consiste.
Il punto del tradimento, su cui continuiamo a battere, non è tanto la possibilità di dire MES sì o MES no… la cosa gravissima è che la maggioranza dell’epoca diede un mandato preciso al Premier Conte di bloccare questo trattato e lui non lo fece.
Il tradimento è questo: che il Parlamento non è stato informato – se non in quelle modalità vergognose appena dette – e che il mandato che gli è stato dato è stato quello di inaccettabilità e di bloccarlo”.
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